Facebook e Google, censura contro i video violenti

A quanto pare, in maniera silenziosa, alcune grandi realtà del Web come Facebook e Google avrebbero iniziato a bloccare i contenuti estremisti o che comunque incitano alla violenza e all'odio.

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a cura di Alessandro Crea

Niente più video violenti su Facebook e sui network di Alphabet come Google e YouTube? Secondo alcune fonti anonime alcune grandi web society hanno iniziato a farlo in maniera piuttosto discreta e, soprattutto, senza alcuna dichiarazione ufficiale.

Pressati sul tema sia dal governo statunitense che dai diversi governi europei dopo i fatti terroristici a cavallo tra 2015 e 2016, Facebook e Google si sarebbero decise ad agire. A quanto pare starebbero utilizzando una tecnologia inizialmente messa a punto per rimuovere i contenuti protetti da copyright e ora adattata a questo nuovo scopo, che si baserebbe su dei codici hash, una sorta di firma digitale unica assegnata dalle Internet company automaticamente a certi video, che consente di rimuoverli velocemente, evitando anche che possano venir ripostati altrove.

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Questa tecnologia tuttavia non è in grado di bloccare contenuti nuovi, mai circolati prima. Secondo molti esperti però si potrebbe utilizzare una sorta di database per identificare i contenuti anche dei video nuovi. Le fonti non hanno chiarito però quanto eventuale lavoro viene svolto da esseri umani per controllare i video segnalati automaticamente dal sistema e soprattutto in che modo, inizialmente i video vengono identificati come estremisti.

Il tema è ricorrente in questi ultimi anni. Ultimamente infatti Facebook, Alphabet, Twitter e CloudFlare avevano respinto l'invito del Governo statunitense e di alcuni governi europei ad affidare questo compito a un'azienda privata, il Counter Extremism Project.

 Il problema è che stabilire che un contenuto sia estremista o inciti all'odio non è una cosa semplice. Ci sono molte sfumature, spesso non si tratta di situazioni nitide come nel caso della violazione di un copyright o di video pedopornografici, ha spiegato Seamus Hughes, direttore del Programma sull'Estremismo della George Washington University.

Fino ad ora le aziende si erano basate sulle segnalazioni da parte degli utenti, a cui seguiva una revisione da parte di personale umano. L'automazione è sicuramente più efficace e soprattutto tempestiva, i colossi del Web però la starebbero applicando silenziosamente in parte per evitare che i terroristi capiscano troppo velocemente come manipolarla, trovando contromisure che consentano ai propri video di sfuggire alle maglie del controllo, in parte per evitare di essere messi sotto pressione da governi autoritari o dittatoriali che potrebbero pretendere che la tecnologia si utilizzata anche come strumento di censura verso chi si oppone ai loro regimi.