Facebook è troppo ricca, Yahoo batte cassa per i brevetti

Yahoo sta chiedendo a Facebook di stipulare accordi di licenza per l'uso di tecnologie brevettate. Il tempismo è perfetto: Facebook difficilmente vorrà presentarsi sul mercato con una causa aperta, e probabilmente finirà per pagare.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Yahoo vuole denaro da Facebook, perché il social network starebbe usando da 10 a 20 brevetti appartenenti alla società fondata da Jerry Yang. Lo hanno rivelato fonti anonime a Michael J. de la Merced del New York Times. Non si sa ancora quali siano nel dettaglio i brevetti in questione, ma si sa che riguardano pubblicità, personalizzazione del sito, attività social e messaggistica.

"Yahoo ci ha contattati nello stesso momento in cui ha chiamato il NYT, quindi non abbiamo avuto l'opportunità di valutare le loro pretese", ha spiegato Barry Schmidt, portavoce di Facebook. Una mossa che sembra mirata ad aumentare la pressione su Facebook, forse per evitare il tribunale; un'ipotesi tuttavia più che concreta.

La pagina Facebook di Yahoo!

"Yahoo ha delle responsabilità verso gli investitori, gli impiegati e gli altri stakeholders e deve proteggere la proprietà intellettuale. Facebook deve stipulare degli accordi di licenza o dovremo andare avanti unilateralmente per proteggere i nostri diritti", ha infatti scritto un rappresentante di Yahoo al giornale statunitense.

Ancora una volta quindi gli scontri sui brevetti entrano in gioco nel mondo della tecnologia, e ormai sembra che nulla possa muoversi in quest'ambiente senza che avvocati e giudici siano chiamati in causa. Non sappiamo come andrà a finire questo caso, ma è noto che i brevetti di Yahoo sono molti e importanti.

La situazione di Yahoo in generale però è tutta da chiarire. Il servizio di ricerca è stato da tempo sostituito da Bing di Microsoft, ma restano ancora asset importanti come i clienti del servizio mail, Flickr, il portale (che ha ancora molto traffico), e appunto i brevetti. E questi ultimi potrebbero essere l'ancora di salvezza per azionisti e dirigenti, e un pericoloso siluro per Facebook e tanti altri.

"Ci sono poche società nella ricerca, pubblicità e social networking che hanno un portafoglio brevetti delle dimensioni e delle qualità che ha Yahoo!;  si tratta di un valore a sé stante, separato dalle attività di Yahoo! e che si potrebbe vendere in una transazione separata", aveva detto l'analista Erin-Michael Gill a Forbes lo scorso luglio.

Insomma Yahoo è in una posizione molto solida. E per di più si tratta di una storia già vista. All'epoca in cui Google si presentò in borsa, infatti, accadde la stessa cosa: poco prima arrivò Yahoo! a chiedere il dovuto, e Big G pagò senza battere ciglio. Facebook probabilmente farà lo stesso, ma le cifre in questione stavolta potrebbero essere enormi.

Considerato il panorama non sorprende che nessuno finora abbia cercato una vera scalata a Yahoo, perché di certo bisognerebbe faticare per soddisfare le autorità antitrust. Prima o poi però qualcosa succederà, e allora Google, Microsoft, Apple e forse la stessa Facebook saranno in prima fila.