Facebook, ecco perché non sappiamo farne a meno

Facebook ormai è diventato qualcosa di più di un sito assai popolare, è parte della nostra quotidianità e anzi per molti è una droga vera e propria. Ma perché? Una ricerca prova a darci una risposta. Che non ci piacerà.

Avatar di Alessandro Crea

a cura di Alessandro Crea

È notizia recente che Facebook sia giunto alla cifra record di 2 miliardi di utenti mensili, una popolazione virtuale che supererebbe quella di Cina, Stati Uniti, Messico e Giappone assieme. Non è dunque difficile comprendere che il social network è ormai una realtà planetaria consolidata, che è entrata nelle abitudini quotidiane di molti di noi. Per altri però postare e consultare Facebook è una droga, una vera e propria ossessione. Perché? Una ricerca commissionata da The Next Web cerca di fare luce sull'argomento.

1462434485 facebook

Secondo la visione positiva di Mark Zuckerberg, obiettivo di Facebook è di "dare alla gente il potere di costruire comunità e avvicinare il mondo", offrendo ai singoli individui la possibilità di connettersi con gli amici e condividere contenuti significativi, al fine di rafforzare le relazioni e i legami comunitari. Tutto molto bello, ma idealistico. Nel mondo reale è tutto più complesso. E non altrettanto positivo.

‎La ricerca ha preso in considerazione un campione di 100 utenti Facebook. I risultati mostrano come solitamente si continua a utilizzare il sito e a rimanere connessi ad altri contatti, nonostante i contenuti pubblicati da questi ultimi spesso ci offendano o infastidiscano. Invece di confrontarci con loro o troncare i rapporti, continuiamo a usare Facebook per guardarli in silenzio - e forse provare piacere nel giudicarli negativamente.

Leggi anche: Dalle bufale ai falsi ricordi, come la Rete plasma la realtà

In altre parole, Facebook riflette le dinamiche alla base di tutti i rapporti umani reali. Proprio come nella vita non in linea, infatti molti di noi cercano di aprirsi agli altri, dovendo però contemporaneamente affrontare e gestire gli attriti quotidiani che ci sono non soltanto nei rapporti di amicizia ma in generale.

Anzi, più tutti si sforzano di sembrare interessanti, esternando ed enfatizzando le proprie idee e stati d'animo, più le tensioni con gli altri contatti saliranno e le occasioni di contrasto aumenteranno. L'alternativa quindi è gestire ‎il conflitto o abbandonare Facebook.  ‎Piuttosto che confrontarci direttamente con le persone, scegliamo dunque spesso di ignorare i post sui quali non concordiamo, nascondendoli o al massimo, di tanto in tanto, togliendo l'amicizia a qualche contatto.

face2

In questo modo creiamo attorno a noi una bolla artificiale che filtra i contenuti, lasciando visibili solo quelli con cui si è in accordo. In pratica tendiamo tutti a costruire le cosiddette echo chambers, le stesse che sono alla base dei meccanismi di diffusione delle fake news.‎

Il problema sembra essere connaturato all'impostazione stessa di Facebook. In quanto attori sociali, nella vita reale di tutti i giorni, siamo abituati a comportarci in maniera diversa a seconda dei contesti. In parole povere agiamo e diciamo cose differenti a seconda del contesto in cui ci troviamo e delle persone che abbiamo di fronte. Sappiamo che non si può dire tutto ovunque e a chiunque. Facebook invece ci costringe a mettere assieme un vastissimo range di persone assai diverse tra loro.

Quando scriviamo una cosa dunque non sappiamo esattamente chi la leggerà. Stiamo solo cercando di esprimere noi stessi, o un aspetto di noi stessi che ci pare particolarmente edificante. Non tutti però condivideranno. Questo aumenta di molto lo stress e le tensioni. Tensioni che nel quotidiano sarebbero improponibili, ma che sono più gestibili da lontano, dietro uno schermo, dov'è possibile mantenere i contatti al tempo stesso giudicando il prossimo. Spesso male.

arton45503

Ecco dunque che molti scorrono compulsivamente le pagine Facebook non per cercare notizie che gli interessano ma per trovare le "stupidaggini" posate dagli altri e farsi due risate maligne alle loro spalle, in un meccanismo simile a quello per cui molti guardano i programmi che odiano solo per odiarli di più e poterli criticare. Una sorta di valvola di sfogo sociale dunque, che però non credo ci faccia molto bene.


Tom's Consiglia

Utilizzare Facebook e Messenger è molto comodo da smartphone, ad esempio utilizzando uno Huawei P9 Lite.