Facebook fallirà per la moda o per il suo fondatore?

Secondo lo scrittore Bruce Sterling il social network più popolare al mondo è destinato a sgonfiarsi. Nel frattempo gioie e dolori per Mark Zuckerberg: sconfitti i gemelli Winklevoss, ma nuove ombre sulla titolarità di Facebook.

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

Facebook si scioglierà come neve al sole. Secondo Bruce Sterling, scrittore di romanzi di fantascienza, il social network di Mark Zuckerberg "ha i giorni contati" ed è "un pazzo chi punta sul futuro a lungo termine della geniale intuizione di Mark Zuckerberg, così come degli altri social network. Basti pensare a Myspace, che nel giro di un anno ha perso più del 70% del suo valore e dei suoi contatti".

Parole dure, ma non fini a se stesse. Sterling ha già un'idea di quello che sarà il futuro. "È veramente assurdo che sia durata tutto questo tempo l'invenzione fortunosa di uno studente che si è ritirato dal college. In ogni caso, i social network avranno al massimo sette, forse 10 anni di vita ancora. Poi, com'è nell'ordine delle cose, saranno sostituiti da nuovi media e nuovi linguaggi, probabilmente da un'evoluzione dei personal blog".

È prematuro dire se le sue previsioni saranno confermate dai fatti, ma ciclicamente si affacciano sul mercato nuovi modi di comunicare più o meno efficaci. Facebook ne rimarrà vittima o li farà propri? Zuckerberg ha probabilmente già le idee molto chiare e sicuramente non ha intenzione di vedere crollare la sua creatura.

Il vero pericolo per Facebook, al momento, non sono i concorrenti, poiché finora non è davvero entrato in guerra con nessuno, bensì i guai legali del suo fondatore, accusato di aver rubato l'idea del social network a Tyler e Cameron Winklevoss (e Divya Narendra), i due gemelli che frequentavano Harvard insieme al "nerd" più famoso dell'ultimo decennio.

Dopo anni di processi e dibattimenti, la Corte di Appello statunitense ha bocciato il ricorso dei gemelli sulla paternità di Facebook, che rimane in mano a Mark Zuckerberg. Tyler e Cameron Winklevoss, non contenti di un assegno da 65 milioni di dollari (20 milioni di dollari in cash e 45 milioni di dollari in azioni) ottenuti nel 2008, avevano richiesto di riesaminare la decisione, convinti di essere stati ingannati sulla valutazione del social network

I gemelli Winklevoss e Divya Narendra

L'obiettivo dei due era ottenere un risarcimento più cospicuo data la quotazione miliardaria del sito, ma non otterranno un soldo in più. E a questo punto, salvo colpi di scena, avranno 65 milioni di motivi per farsene una ragione.

Ma i guai di Mark Zuckerberg non sono finiti. Il nuovo ostacolo si chiama Paul D. Ceglia e ve ne avevamo già parlato diversi mesi fa: Facebook è di Zuckerberg. Ne siamo proprio sicuri? - Zuckerberg social sui contratti, ora rischia Facebook.

Per chi non si ricordasse la vicenda, un breve riassunto: nel 2003 Ceglia fu assoldato da Zuckerberg per progettare e sviluppare un sito web antesignano di quello che poi sarebbe poi diventato il noto social network.

Secondo il contratto - depositato agli atti - l'uomo aveva diritto a una paga di 1000 dollari e al 50% delle azioni del prodotto finito. Ceglia afferma inoltre di aver concordato con Zuckerberg il pagamento di una quota aggiuntiva pari all'1 percento al giorno fino a che il lavoro non fosse stato completato. Il tutto, secondo le precedenti dichiarazioni, gli avrebbe conferito l'84 percento del social network.

Nelle ultime modifiche alla sua denuncia, però, l'uomo sembra abbassare il tiro e afferma di avere il diritto al 50 percento di Facebook e per provarlo ha allegato nuovi documenti, tra cui alcune email che avrebbe scambiato con Mark Zuckerberg tra il 2003 e il 2004.

Secondo la stampa statunitense nelle email tra i due si può vedere come Ceglia richiese un aggiornamento sul progetto (chiamato The Face Book) e anche discussioni sul design del sito e il modello di business da adottare. Successivamente le email si fecero più dure, con Ceglia che arrivò a minacciare Zuckerberg di rivolgersi ai suoi genitori.

Ceglia propose inoltre di vendere dei gadget con il marchio del college tramite Facebook, ma Zuckerberg rispose che non poteva prendersi il rischio di "sporcare la reputazione del proprio sito" con l'idea di vendere "spazzatura da college".

Successivamente Zuckerberg avrebbe cercato di togliersi dai piedi Ceglia offrendogli 2 mila dollari, il rimborso dell'investimento sostenuto, ma l'uomo dichiara di non aver mai accettato e quindi di detenere ancora il 50 percento dell'azienda.