Facebook pagherà 100 milioni di euro di tasse arretrate, vertenza chiusa con il Fisco

Facebook ha trovato un accordo con la Procura di Milano per sanare la sua situazione fiscale: dovrà pagare 100 milioni di euro.

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a cura di Dario D'Elia

Facebook pagherà al Fisco italiano 100 milioni di euro. Si chiude così la controversia iniziata diversi anni fa relativa alle indagini condotte dalla Guardia di Finanza in coordinamento con la Procura della Repubblica di Milano. Ieri l'Agenzia delle Entrate ha confermato che la "parziale riconfigurazione delle contestazioni iniziali, senza alcuna riduzione degli importi contestati" ha consentito di siglare un accordo relativo al periodo tra il 2010 e il 2016.

A giugno erano emerse le prime indiscrezioni al riguardo. Secondo i sostituti procuratori Adriano Scudieri e Isidoro Palma, Facebook Italy Srl ha generato direttamente i 296,7 milioni di euro ma eluso il pagamento delle tasse dovute facendo risultare Facebook Ireland limited quale formale attore delle vendite. Questa operazione – sebbene l'azienda goda di "stabile organizzazione" in Italia - ha consentito di godere di un regime fiscale estero più vantaggioso. In pratica si sarebbe concretizzato uno "schema di pianificazione fiscale aggressivo", che per altro avrebbe sfruttato un ulteriore triangolazione con Facebook Ireland holdings - un'altra società che fa parte della galassia di aziende di Mark Zuckerberg e che ha sede nel paradiso fiscale delle isole Cayman.

Facebook Italy in pratica è stata accusata di aver attuato un cosiddetto "transfer pricing", ovvero di aver trasferito servizi e denaro a società estere attraverso operazioni infragruppo al solo scopo di ridurre il pagamento delle tasse.

Insomma, meccanismi risaputi ampiamente impiegati anche da altri colossi statunitensi che operano in Europa. Ad oggi in tal senso, grazie al procuratore di Milano Francesco Greco, è stato possibile incassare circa 700 milioni di tasse non versate. Da ricordare ad esempio i 318 milioni di euro recuperati da Apple per i redditi realizzati dal 2008 al 2013 e i 306 milioni di Google per le inserzioni su YouTube realizzate tra il 2009 e il 2013. Senza contare i 100 milioni di euro patteggiati da Amazon.