Questa storia decisamente bizzarra per un lettore di fantascienza tradizionale (e il concetto di "fantascienza tradizionale" per molti non è molto cambiato dagli anni '80 a oggi, ahimé) non presenta elementi immediatamente riconducibili al genere: racconta la lotta di due creature soprannaturali, parla di cose come l'amore, il sesso, il matrimonio, l'appartenenza a una comunità, la schiavitù, la diversità razziale, l'antispecismo.
Sembra più un romanzo fantastico, eppure ha segnato la storia della fantascienza in un modo oggi scarsamente ricordato e riconosciuto, e con una ricchezza alla quale oggi molti dei più grandi autori e autrici SF attingono a piene mani.
Butler mette a fuoco un buon numero di temi importanti: la contrapposizione razziale, la guerra tra i sessi, il significato di essere umano, libertà contro responsabilità - senza sforzo.
[Da una recensione sul New York Times]
Wild seed porta intatto lo sguardo di Butler, i suoi temi, la forza del suo racconto legato strettamente alle radici africane e alla forza di un femminile che è lei la prima a dipingere in questo modo in ambito fantascientifico.
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Seme selvaggio è uno dei primi romanzi SF a prendere le mosse da un'ambientazione africana, con protagonisti africani. Accanto a molti romanzi e serie dedicate a personaggi con poteri soprannaturali potenziati da programmi eugenetici, Butler è la prima che "ha avuto in mente un modello completamente diverso su come un programma di eugenetica avrebbe potuto funzionare nel mondo vero": come sottolinea acutamente James Davis Nicoll in una sua recensione, un programma del genere non sarebbe destinato a ricchi e facoltosi bianchi avvantaggiati da esso, ma raccoglierebbe gli ultimi, gli emarginati, i diversi, per un fine che non riguarda il loro stesso benessere.
Anziché accettabili fantasie middle class sul fare agli alieni quello che gli europei hanno fatto ai nativi, guadagnarsi posizioni sociali tramite matrimoni ben scelti o costruire grandi monumenti all'ambizione umana, Butler fa la guastafeste e si concentra sulla gente: la gente in fondo alla scala sociale, la gente per la quale il diritto di scegliere con chi fare figli potrebbe essere un sogno irraggiungibile, la gente costretta da circostanze assolutamente oltre il proprio controllo ad avere a che fare con i mostri, nella speranza di mettere in salvo almeno la più piccola briciola di ciò a cui tiene. I persoaggi di Butler non riescono mai a vincere davvero: piuttosto, possono puntare a ottenere sconfitte tollerabili.
Tutto ben diverso, insomma, dalle avventure wasp percorse da inquietudini solo razionali, prive di personaggi femminili a più di una dimensione, spaziocentriche neocolonialiste e amanti del tecnoblabla: anime di opere che andavano allora per la maggiore e che affliggono ancora oggi la fantascienza levandole spessore, mordente e attrattiva.
Nuovo è anche il profilo del personaggio protagonista. Femminile, africana, potente ma non quanto vorrebbe. In un contesto nel quale la narrativa del femminismo si concentrava sul potere femminile dal punto di vista della conquista di libertà individuale, con discorsi limitati a donne bianche e occidentali, l'eroina tribale di Butler accetta di subire un ricatto, si presta alle pretese del razziatore, per proteggere la sua comunità: si muove negli interstizi di libertà per limitare i danni, per guarire, per preservare anche e soprattutto gli altri.
Vogliamo parlare dei corpi? Corpi diversi, le particolarità dei quali segnalano dei poteri e delle caratteristiche speciali; corpi rubati da Doro che se ne impossessa brutalmente "cancellandone l'anima", un atto questo che è il centro delle descrizioni più disturbanti e spaventose del libro. Corpi che mutano, si trasformano, cambiano per poter vivere, come quello di Anyanwu, che replica istintivamente ciò che vuole imitare e diventa tigre, uccello, delfino, è accettata dalle altre creature e con loro genera cuccioli.
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E la politica: lo schiavismo, il colonialismo, la distruzione delle tribù africane, il turpe commercio di esseri umani che penetra nelle tribù e mette i popoli l'uno contro l'altro, l'uno razziatore dell'altro. Visto da una prospettiva assolutamente africana, parlando per bocca dei capi tribù, entrando in catene nei mercati, una vera sofferenza. Fino al Nuovo Mondo, una terra promessa che non è altro che una collezione di enclave che non hanno nulla della rete e molto da cui difendersi.