Fase 2 del piano Infratel, anche FTTC trasformate in FTTH

Durante EY Capri 2017 sono stati svelati i dettagli della Fase 2 del progetto Infratel: si parla di cablare le zone rimaste fuori dai tre bandi e voucher.

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a cura di Dario D'Elia

I cantieri di Open Fiber legati ai bandi Infratel sono in balia della bonaccia burocratica. "Fa bene Calenda a sottolineare che il governo debba monitorare ma monitorare non solo Open Fiber ma anche le varie amministrazioni che non devono mettere i bastoni tra le ruote", ha dichiarato qualche giorno fa il presidente della controllata Enel-CdP durante l'EY Capri 2017, Franco Bassanini.

Passato l'entusiasmo delle assegnazioni, Open Fiber stessa ha spiegato nei dettagli la rotta che devono obbligatoriamente seguire i progetti. Una sorta di gran tour delle amministrazioni che richiede mesi. "Prevediamo che entro fine ottobre tutti e 51 comuni (pilota, Ndr.) della fase 1 vengano assolutamente aperti. Il processo si è avviato, sono abbastanza ottimista per il futuro", ha sottolineato il presidente di Infratel Maurizio Decina.

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Insomma, mancano ancora delle autorizzazioni comunali a distanza di due mesi e mezzo dalla firma della concessione del primo bando. Ma non è finita qui perché Decina ha spiegato che qualcuno avrebbe voluto bandire una gara per la progettazione e per la realizzazione della rete di ognuno dei 6300 comuni coinvolti. " La nostra idea invece era di agire su base regionale", ha assicurato.

COpertura fibra

Volgendo lo sguardo all'orizzonte si intravedono però buoni segnali. Sul piatto com'è risaputo vi sono 3,6 miliardi di euro che saranno investiti per il primo, il secondo e il terzo bando. In pratica tutte le zone in digital divide di ogni regione. Ma questa è solo la fase 1, perché la fase 2 prevede altri 2,2 miliardi (di cui la metà risparmiati dai bandi vinti da OF) da investire in tutte le zone che sono rimaste fuori dalla fase di monitoraggio del 2016 e nella creazione di voucher per tutti gli italiani - non solo i più svantaggiati. 

Nello specifico le nuove aree di intervento saranno quelle dove gli operatori hanno cambiato idea e quelle dove è prevista solo l'architettura fiber-to-the-cabinet. Nelle aree dove la fibra è prevista solo al cabinet - praticamente le aree a fallimento di mercato presidiate da TIM - bisognerà però attendere il placet della Commissione UE per trasformarle in FTTH e fornire almeno 100 Mbps.

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E per il dibattuto ma possibile scorporo della rete Telecom? L'ultimo "bollettino" dice che la partita è ancora aperta. L'AD di Vivendi  e presidente di Telecom Italia, Arnaud de Puyfontaine, ha assicurato di non avere pregiudizi su nulla, anche lo scorporo.

"Vivendi  è un investitore di lungo termine che ha investito 5 miliardi in Italia. Vogliamo forti relazioni tra Italia e Francia. Voglio essere disponibile a incontrare le persone per spiegare perché Vivendi è un amico dell'Italia e voglio essere visto come fantastico ambasciatore dell'amicizia tra Italia e Francia. Questo è quello che voglio fare e lo proveremo", ha dichiarato. I portavoce dell'azienda hanno comunque lasciato filtrare alla stampa che la questione non è in agenda.

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"La dimensione di questa potenziale cessione è relativamente modesta rispetto alla capitalizzazione di mercato di Telecom Italia  e anche ai potenziali proventi derivanti dalla dismissione di Sparkle: fino a 3 miliardi di euro, secondo alcune voci", hanno dichiarato gli analisti di Banca Akros.