Fastweb e Telecom Italia Sparkle: frode colossale per il PM

Il Pubblico Ministero Francesca Passaniti ieri nella requisitoria sul caso Fastweb-Telecom Italia Sparkle è stata durissima. Ha parlato della più grande frode mai attuata in Italia da parte di pochi. Si stima infatti una fatturazione fraudolenta di 2 miliardi di euro.

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a cura di Dario D'Elia

Fastweb e Telecom Italia Sparkle sono state coinvolte in "una frode colossale, la più grande mai attuata in Italia da parte di pochi che hanno messo le mani in tasca a ciascuno di noi". Così si è espresso ieri il pubblico ministero Francesca Passaniti nel primo giorno di requisitoria del processo farà la storia del settore telecomunicazioni.

Come tutti ricorderanno nel 2010 è stata scoperta una frode legata alla falsa compra-vendita di traffico telefonico, che tra il 2003 e il 2006 avrebbe consentito la fatturazione fraudolenta di 2 miliardi di euro – pari a un'evasione IVA di 365 milioni di euro. Da rilevare che nel frattempo sia Fastweb e Telecom Italia Sparkle hanno già restituito complessivamente 542 milioni di euro all'Agenzia delle Entrate.

"Una frode colossale, la più grande mai attuata in Italia da parte di pochi che hanno messo le mani in tasca a ciascuno di noi"

I truffatori avevano creato un gruppo di società fittizie in Europa che vendevano falsi servizi telefonici ad altre aziende fittizie in Italia. Le transazioni comunitarie di questo tipo non sono soggette a IVA. Successivamente, quindi, le italiane vendevano gli stessi servizi a Fastweb e TI Sparkle (routing telefonico internazionale) aggiungendo l'IVA del 20%.

A questo punto le due società italiane rivendevano il tutto alle prime della filiera ovviamente non pagando l'IVA poiché considerata operazione comunitaria. Il risultato dell'operazione era un credito erariale che secondo gli inquirenti è stato utilizzato per fondi neri esteri. Denaro sonante speso per acquistare beni immobili, auto di lusso e gioielli.

Ai tempi più di 12 i manager delle due società vennero raggiunti da provvedimenti restrittivi sui 56 arresti complessivi. Furono oggetto delle indagini Silvio Scaglia, fondatore di Fastweb ed ex amministratore delegato della società, l'ex presidente di TI Sparkle Riccardo Ruggiero, l'AD Stefano Mazzitelli, nonché il senatore PdL Nicola Paolo Di Girolamo.

"Tutto il materiale probatorio acquisito, cioè mail, audit interni, intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre alle dichiarazioni confessorie di molti indagati, rappresentano per l'accusa l'operatività di una pericolosa organizzazione criminale che si avvaleva di soggetti dai specifici ruoli e che sapeva muoversi con estrema disinvoltura con le banche di mezzo mondo", ha spiegato il PM ieri.

Attediamo l'esito

"Un'organizzazione in cui niente avveniva per caso e che poteva contare sulla partecipazione alle operazioni illecite di molti manager dell’epoca delle società telefoniche".

Secondo le ricostruzioni il meccanismo era pressoché perfetto. Si è inceppato solo perché i protagonisti hanno iniziato a litigare. "C'era il gruppo guidato da Gennaro Mokbel che, forte dell'esperienza maturata da anni sull’evasione dell'IVA, faceva da organizzatore strategico, c'era Carlo Focarelli, ideatore della frode grazie agli ottimi rapporti con i vertici delle società telefoniche e c'erano gli inglesi", ha aggiunto Francesca Passaniti.

"Fastweb conosceva molto bene la Cmc, società cartiera di Antonio Ferreri, e Focarelli in presenza di macroscopiche anomalie e di un incremento di volumi di traffico eccezionali e fuori dal comune. Se non ci fosse stato il contributo di cassa delle stesse società telefoniche, deciso dai vertici, che hanno impiegato ingente liquidità (poi oggetto di successivo riciclaggio) sapendo che poi avrebbero guadagnato molto di più, le due operazioni commerciali fittizie non ci sarebbero state".

Ecco spiegato il motivo per cui secondo il PM, Silvio Scaglia, fondatore di Fastweb, e Stefano Mazzitelli, ex ad di Telecom Italia Sparkle sarebbero stati coinvolti. A suo parere "avrebbero dovuto accorgersi subito di quello che stava succedendo".

La requisitoria proseguirà fino al 7 febbraio.