Fastweb vuole un risarcimento di 1,7 miliardi da Telecom?

Secondo più fonti Fastweb avrebbe richiesto un risarcimento miliardario a Telecom Italia per abusi di posizione dominante nel mercato TLC.

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a cura di Dario D'Elia

Fastweb sembrerebbe sostenere che l'abuso di posizione dominante attuato da Telecom Italia abbia generato miliardi di euro di danni. Secondo più fonti giornalistiche l'operatore di proprietà Swisscom (che però preferisce non commentare) si sarebbe rivolto alla giustizia civile per ottenere 1,7 miliardi di euro di risarcimento.

La notizia è balzata agli onori delle cronache in concomitanza con la presentazione del rapporto 2014 dell'Organo di vigilanza (Odv) Telecom Italia sulla parità di accesso alla rete. "Quest'anno abbiamo ricevuto da alcuni operatori richieste di indennizzo miliardarie", ha commentato a caldo l'amministratore delegato di Telecom, Marco Patuano. "Un comportamento che trovo poco serio. C'è un eccesso di conflittualità a valle del modello di equivalence of output. Pare che questo modello non sia sufficiente".

Euro

Il riferimento è alle cause depositate da Vodafone e Fastweb, a seguito della condanna Antitrust nei confronti dell'ex monopolista. La scorsa primavera l'AGCM ha riconosciuto Telecom responsabile di due distinte condotte per difendere le sue quote di mercato "ostacolando l'offerta dei concorrenti alla clientela finale e rendendola non replicabile alla grande clientela business". In verità la condanna è attualmente al vaglio del Tar del Lazio e solo in tarda primavera si conoscerà l'esito della querelle.

Resta il fatto che tiene banco il grande dibattitto sul modello "equivalence of output" e quello "equivalence of input". Il primo, attualmente usato per regolamentare il mercato, dovrebbe garantire alla divisione commerciale Telecom e agli operatori alternativi l'accesso all'offerta dei servizi in una modalità non identica ma più o meno paritaria. Il secondo, già in uso nel Regno Unito, dovrebbe garantire a tutti gli operatori le stesse medesime condizioni.

Patuano vorrebbe accelerare sull'equivalence of input, evitando così altri contrasti legali, ma secondo il presidente dell'AGCOM Cardani sarebbe meglio affinare l'attuale sistema.

"Non è il momento di passare al controllo basato sull'equivalence of input", ha dichiarato Cardani. "In Gran Bretagna ha richiesto 7 anni per essere messo a punto e quindi è meglio incominciare prima possibile".