Fibra a 100 Mbps per le scuole, ma alcune dicono di no

Il consorzio GARR estende la propria infrastruttura e contestualmente offre alle scuole un'occasione irripetibile.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Le scuole del Sud Italia possono avere un collegamento in fibra ottica a prezzo scontato, ma non sono molte quelle che finora hanno afferrato l'occasione più unica che rara. Ad offrirla è il consorzio GARR, che da decenni ormai è pioniere nello sviluppo delle nostre infrastrutture, in particolare quelle dedicate alle scuole, dalle elementari all'Università, e ai centri di ricerca.

C'è il progetto GARRXProgress, il cui obiettivo è rafforzare le dorsali in fibra in quattro regioni del Sud, vale a dire Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Un'opera enorme finanziata con 46 milioni di euro europei (Al Sud piani pronti per la dorsale ottica da 100 Gbps), che porterà linee veloci fino 100 Mbps su una dorsale da 100 Gbps.

Nell'ambito di GARRXProgress c'è spazio anche per le scuole delle regioni citate: un'occasione più unica che rara, perché ci si potrà collegare alla rete GARR pagando solo 3.000 euro l'anno per le spese di manutenzione, che includono le revisioni periodiche e gli interventi di riparazione e il monitoraggio 24 ore al giorno sette giorni su sette (24/7). Tutto il resto, il collegamento e la realizzazione dell'infrastruttura, sono gratis. Insomma un pacchetto "chiavi in mano". 

Ma c'è un "ma": delle 260 scuole superiori a cui è stata proposta l'offerta, infatti, solo 40 hanno accettato. Le altre 220 hanno risposto in maggioranza di non avere fondi disponibili, o hanno liquidato la cosa con uno sbrigativo "non siamo interessati".

Ma che succede? Davvero le scuole italiane non vogliono il Web nemmeno se è gratis, come scrive oggi Riccardo Luna su Repubblica? Sì e no. Probabilmente è vero che almeno in qualche caso dirigenti e professori non danno il giusto valore a una connessione veloce, ma Carlo Volpe (GARR, Relazioni Esterne) ha spiegato a Tom's Hardware che la situazione forse non è poi così drammatica.

Per esempio c'è stata una comunicazione un po' traballante: "chiaramente", spiega Volpe, "il nome GARR non è molto conosciuto all'esterno degli addetti ai lavori, e quindi probabilmente, magari, la scuola non ha recepito bene di cosa si trattasse. Magari l'hanno scambiata per un operatore commerciale qualsiasi. Forse anche questo non ha agevolato l'adesione".

Si può spiegare così chi ha risposto "non siamo interessati"; non sono necessariamente dei caproni che non apprezzano Internet, ma semplicemente hanno scambiato il progetto GARR per una delle decine di proposte che riceve una scuola ogni giorno. Se un messaggio non è veicolato nel modo giusto rischia di finire nel cestino molto velocemente, anche senza rete a 100 Gbps.

Varrebbe comunque la pena di spiegare a dirigenti e responsabili finanziari che questo è un investimento che vale la pena di fare, perché con la rete GARR la vita scolastica e la didattica potrebbero davvero cambiare in meglio. Si potrebbe sfruttare al meglio la LIM (Lavagna Interattiva Multimediale), che troppo spesso è ridotta a poco più di una decorazione, ma anche evitare di perdere mezz'ora per segnare le presenze sul registro elettronico perché il collegamento è lento o instabile. E ci si potrebbe aprire a moltissimi progetti innovativi e stimolanti per gli alunni.

"Non è altissima la consapevolezza riguardo il tipo di rete che serve alla scuola" continua Volpe, "né la differenza tra la rete GARR e reti di altro tipo". Ci sono scuole per esempio in cui ci si è affidati a fornitori che chiedono anche più di quei 3.000 euro l'anno senza offrire certo un servizio comparabile con quello GARR, e altre che spendono poco meno ma hanno prestazioni molto minori.

E ci sono quelle quaranta scuole che hanno accettato la proposta di buon grado. Non solo; a testimoniare che le scuole italiane non sono covi di luddisti e cavernicoli c'è anche un altro elemento: Volpe ci racconta che dopo la pubblicazione dell'articolo di Luna, stamattina, sono state molte le scuole che hanno contattato il GARR per partecipare al progetto. E speriamo che anche questa pubblicazione di Tom's Hardware possa servire.

In ogni caso le scuole di tutta Italia possono chiedere in qualsiasi momento di essere collegate alla rete GARR. La differenza è che nell'ambito del progetto GARRXPress si pagano solo quei 3.000 euro l'anno di manutenzione, altrimenti ci sono anche altre spese - molto ingenti - da sostenere. Ecco perché è un'occasione da non perdere per le scuole delle quattro regioni citate. C'è tempo fino alla fine di marzo (ma è meglio muoversi prima) dopodiché i fondi non utilizzati torneranno a Bruxelles.

Aggiornamento: l'articolo è stato modificato per corregere un errore. In precedenza si affermava erroneamente che la linea proposta alle scuole arrivase a una velocità massima di 100 Gbps invece di 100 Mbps.