Fibra a 100 Mega nelle case di 30 città italiane: MetroWOW!

Il progetto Metroweb per lo sviluppo della NGN italiana impressiona: punta ai 100 Megabit negli appartamenti di 30 città entro il 2015. Si parla di collaborazione con Telecom Italia e altri operatori. La piccola S.P.A. milanese sarà un vero dark fiber provider.

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a cura di Dario D'Elia

Metroweb ha svelato il suo piano di sviluppo della rete NGN in Italia: l'obiettivo è portare la fibra ottica da 100 Megabit negli appartamenti di 30 città entro il 2015. L'amministratore delegato di F2i, il fondo infrastrutturale che controlla la piccola S.P.A. milanese, ieri ha raccontato ogni dettaglio del progetto durante l'audizione alla Camera.  

Ci vorranno circa 4,5 miliardi, ma il sostegno della Cassa Depositi e Prestiti, e la collaborazione con Telecom Italia - che detiene 112 milioni di km di rame e 4,3 milioni di km di fibra - fanno ben sperare. "Con Telecom abbiamo un progetto su cui stiamo lavorando a Milano. Penso che saranno le istituzioni a valutare come incoraggiare Telecom per gestire in maniera complementare i progetti", ha dichiarato l'AD Vito Gamberale. "Abbiamo individuato le 30 città da cablare entro il 2015, poi ci sarà la migrazione (dei clienti, NdR.) in altri tre anni circa".

Metroweb, il dark fiber provider

Come abbiamo spiegato in passato, Metroweb vuole replicare il modello adottato a Milano nelle altre città d'Italia. Di fatto punta ad acquisire e dislocare reti in fibra passiva, "affittando l'infrastruttura ad operatori TLC che provvedono poi, autonomamente, a implementare ed erogare i propri servizi di connessione a valore aggiunto".

In veste di dark fiber provider procederà con lo sviluppo della NGN in modalità FTTH (Fiber-to-the-home). In pratica, entro il 2015, Genova, Torino, Monza, Como, Bergamo, Brescia, Verona, Vicenza, Padova, Udine, Trieste, Venezia, Reggio Emilia, Modena, Bologna Ancona, Pescara, Foggia, Bari, Taranto, Reggio Calabria, Prato, Livorno, Firenze, Roma, Napoli, Salerno, Messina, Catania e Palermo saranno cablate con accessi in fibra direttamente nelle case. Il tutto con "un approccio possibilmente integrato e complementare rispetto a quello di Telecom Italia". 

Modelli adottati - clicca per ingrandire

Non meno importante l'acquisizione dell'infrastruttura di un provider già fortemente impegnato nei servizi in fibra ottica, lo sviluppo delle tratte verticali in fibra nella città di Milano (con Telecom), l'acquisizione delle reti in fibra esistenti nelle città di Brescia (dal A2A) e Genova (da Iren) e infine l'acquisizione, da enti pubblici, di alcune reti locali già esistenti ma scarsamente utilizzate.

Si tratta senza dubbio di una grande opportunità per l'Italia, sopratutto se dovesse andare in porto il progetto anti-digital divide messo in piedi dal Governo Monti. Insomma, potremmo davvero rischiare di raggiungere i traguardi imposti dall'Agenda Digitale europea, che prevede entro il 2020 accesso Internet da 30 Mbps per tutti e da 100 Mbps per il 50% delle famiglie.

Città target - Clicca per ingrandire

Come sempre il capitolo finanziario è il più spinoso, ma F2i con una raccolta di 1,85 miliardi di euro, è il più grande Fondo operante in Italia e tra i maggiori Fondi infrastrutturali del Mondo dedicati ad un solo paese. Per di più Metroweb vede il coinvolgimento diretto di Intesa Sanpaolo, tramite F2i Reti TLC e Fastweb (in trattativa per l'ingresso). Vodafone si è detta disponibile a partecipare, ma pare non aver ottenuto ancora risposta.

L'ultima nota interessante riguarda la completa convinzione, per Metroweb e F2i, che sia giunto il momento di "porre grande attenzione nell'individuare chi siano i soggetti più idonei a farsi carico dello sviluppo della rete di nuova generazione" e "sull'opportunità di introdurre regole di accesso per gli Over-the-Top, che sono i fruitori passivi della rete".

Investimenti - Clicca per ingrandire

Insomma, la pensano come Telecom Italia e il presidente francese Nicolas Sarkozy - che vorrebbero tassare Google e gli altri colossi statunitensi. "Dovranno, al di là del loro contributo al finanziamento della creazione e delle reti, versare un'imposta rappresentativa della loro attività nel nostro Paese", ha dichiarato Sarkò recentemente. "[...] è inammissibile che realizzino un giro d'affari di diversi miliardi di euro in Francia senza contribuire al fisco".

Da qualche parte dovranno pur giungere i sesterzi per costruire la fibra.