Fibra e tariffe basse, così Telecom Italia farebbe il botto

Il nuovo azionista Telecom, Xavier Niel, sostiene che fibra, 4G e tariffe basse generebbero maggiori ricavi.

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a cura di Dario D'Elia

"Il futuro per Telecom, come per tutti gli operatori, è nella fibra ottica", dice Xavier Niel, il nuovo azionista di peso dell'azienda che con 200 milioni aspira a una quota del 15%. "Bisogna darle la capacità di investire per crescere sia nella fibra ottica sia nel mobile 4G e generare così maggiori ricavi, mantenendo comunque le tariffe più basse".

Oggi La Stampa pubblica una lunga intervista all'imprenditore francese che fa comprendere meglio il suo progetto di investimento. "Telecom Italia ha tutte le carte in regola per diventare un consolidatore a livello europeo; secondo me deve essere un soggetto e non un oggetto di future aggregazioni. Ma per farlo ha bisogno di azionisti forti e di un management stabile", aggiunge Niel. 

Xavier Niel
Xavier Niel

Non si considera un "raider" bensì un operatore industriale, un imprenditore delle telecomunicazioni che non dimentica giovani e startup. E c'è da credergli poiché sono suoi i progetti (vincenti) del Minitel e Free, ormai secondo operatore residenziale e primo operatore mobile francese low-cost. Inoltre con il suo fondo Kima Ventures, è il secondo investitore al mondo nelle start-up, ma aspira a ritornare primo nel 2016.

"Penso che in Italia abbiate un operatore fantastico (Telecom, N.d.R.), con un management niente male. Ma è anche un operatore con alcune debolezze. Problemi che si possono risolvere con buone soluzioni. E io ho alcune idee", dice l'imprenditore francese.

"Penso che Telecom abbia tutti gli atout per diventare il consolidatore o uno dei consolidatori del mercato europeo. Mi sembra che ci sia un'opinione diffusa che debba essere oggetto e non soggetto di un consolidamento, ma non penso proprio che sia così […] Telecom Italia può arrivare dovunque, con soluzioni nuove e nuovi operatori, senza avere l'eredità pesante di altri operatori. Ma gli azionisti dovranno darle i mezzi per fare questo". 

La prima sfida è quella dei contenuti da veicolare online. Niel non pensa che che si debba per forza passare da una fusione di società che svolgono attività diverse. Meglio avere le mani libere e aprirsi a ogni potenziale fornitore, non solo italiano ma europeo.