Foto porno online dell'ex-ragazza: rimozione a 250 dollari

Is Anybody Down? è un sito ai limiti della legalità statunitense: consente la pubblicazione delle foto osè di ex fidanzate o mogli. Per la rimozione chiedono 250 dollari. I gestori si nascondo dietro a una legge pensata per altri scopi.

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a cura di Dario D'Elia

Is Anybody Down? è il sito per adulti più vigliacco del momento: ospita gli scatti privati, senza il tacito consenso dei protagonisti, e poi chiede 250 dollari per la loro rimozione. La macchina è ben oliata poiché è figlia dell'esperienza di un sito analogo (Is Anyone Up) chiuso la scorsa primavera.

I fondatori Craig Brittain e Chance Trahan si nascondono dietro alla Sezione 230 del Communications Decency Act, che prevede l'immunità per i provider e gestori di siti i cui contenuti sono gestiti dagli utenti. Ovviamente si corre sul filo del rasoio ma fino a quando non arriverà una denuncia o un ordine di un giudice le attività proseguiranno.

Is Anybody Down?

Ad oggi si contano migliaia di foto con o senza veli di maggiorenni, tendenzialmente esplicite, organizzate in vere e proprie pagine personali con tanto di nome e cognome delle vittime. In alcuni casi si vedono anche le schermate delle pagine Facebook. Insomma, siamo di fronte a una violazione della privacy di entità spropositata.

Per di più, come se non bastasse, per domandare la rimozione di ogni contenuto il sito stesso propone il servizio Takedown Hammer. Paghi 250 dollari e si occupano di tutto per farti scomparire dal sito. "Abbiamo un successo garantito del 100% con IsAnybodyDown.com", scrivono i patetici estorsori. E così Craig Brittain e Chance Trahan guadagnano non solo dalla pubblicità generata dal traffico che raggiunge il sito ma anche dall'estorsione.

Ricapitolando, una banda di sfigati spedisce le foto osé dell'ex-fidanzata e poi magari si vanta con gli amici o conoscenti di quanto fosse spregiudicata. Un classico da maschio represso. Dopodiché la speranza è che arrivi la giustizia statunitense a gamba tesa. E che ovviamente nessuno in Italia o in altri paesi decida di replicare il progetto. Beh, in verità nel Vecchio Continente le regole del gioco sono diverse. Infatti un giudice italiano non avrebbe nessun problema a far chiudere istantaneamente il sito e poi condannare i gestori per violazione della privacy, estorsione e qualche altro reato. Senza contare le denunce a carico degli utenti.

Non fate i furbi, c'è la galera per queste cose.