Fotografie 3D sempre più vicine alla realtà

Un team di scienziati sta sviluppando un sistema in grado di catturare e riprodurre scene tridimensionali.

Avatar di Andrea Ferrario

a cura di Andrea Ferrario

Editor in Chief

Un team di ricercatori giapponesi ha fatto alcuni passi inavanti nello sviluppo di una fotocamera in grado di riprodurre immaginitridimensionali.

Questa strada è già seguita da tempo da altriprofessionisti, come gli scienziati della "New Zealand's IndustrialResearch", che sono concentrati sulla creazione di uno scanner portatilein grado di ricostruire delle scene tridimensionali. Lo scanner consisterebbein una fotocamera digitale che utilizza un laser per determinare la distanzadei vari oggetti. Tuttavia al momento si trova ancora in uno stato embrionale,e necessita anche di essere collegato a un computer che si occupadell'elaborazione dei dati immagine. Un possibile utilizzo di questo scannerriguarda le forze dell'ordine, che potranno "scannerizzare" dellescene del crimine e utilizzarle come prove durante il corso delle indagini edei processi. Un altro esempio è un prototipo di Samsung, un cellulareintegrante una fotocamera stereoscopica e un display 3D che permette la catturae visualizzazione di immagini tridimensionali.

Il Team dell'università di Osaka ha però seguito unapproccio differente sviluppando quello che chiama TOMBO (Thin ObservationModule by Bound Optics), un dispositivo dotato di nove sottili lenti checatturano la scena da nove angolazioni differenti. L'approccio è rubato allanatura, ed emula la vista degli insetti dotati di occhi composti: ogni"unità ottica" percepisce un'immagine parziale che contribuisce nellaformazione dell'immagine intera, così come le altre caratteristiche della scena,come la forma, i colori e la posizione.

Per fare un parallelo con la vista umana, la nostra vistastereoscopica è permessa dalla cooperazione di entrambi gli occhi, che guardanoun oggetto da due distinti punti di vista. Le angolazioni a cui una personaguarda un oggetto variano in base alla distanza dell'oggetto dagli occhi. Inoltre,i colori e le forme cambiano in base al punto di osservazione e allaluminosità. Queste informazioni sono percepite dagli occhi ed elaborate dalcervello che le combina per determinarne la distanza, la forma, i colori, laluminosità e tutte le altre caratteristiche.

Nel caso di TOMBO, le immagini catturate dai differentipunti di vista, cioè angolazioni, sono elaborate da un software che grazie aparticolari algoritmi è in grado di ricostruire un'immagine tridimensionale contutte le caratteristiche prima menzionate, proprio come fa il nostro cervellocon le informazioni che l'apparato oculare gli invia. I vantaggi diretti diquesto approccio riguardano le dimensioni, molto piccole, mentre per ora unosvantaggio è la risoluzione, di solo 1.1 Megapixel, anche se i ricercatori confidanodi poterla aumentare.

Le prospettive sono sicuramente ottime, e tecnologie comequeste potrebbero portare un po' d'aria nuova in un settore le cui basi sonoinvariate fin dagli albori.