Franceschini: l'aumento dell'equo compenso è sicuro

Il Ministro della Cultura Franceschini a breve farà chiarezza sull'equo compenso ma l'unica certezza è che vi saranno aumenti come prevede la legge.

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a cura di Dario D'Elia

Il Ministro della Cultura Franceschini aumenterà le tariffe dell'equo compenso. È stato chiaro: prepariamoci agli aumenti dei dispositivi tecnologici di qualsiasi tipo che montano hard disk, SSD e memorie di archiviazione. Quindi PC, tablet, smartphone, masterizzatori, etc.

"La prossima settimana faremo un tavolo con tutte le parti interessate e poi prenderò una decisione. Probabilmente mi prenderò fischi da tutti, perché così accade quando si devono fare mediazioni di questo genere, ma io ho un obbligo di legge, cioè rivedere quelle tabelle che sono del 2009 e che dovevano essere aggiornate nel 2012", ha dichiarato il Ministro.

Franceschini

In sintesi Franceschini incontrerà associazioni, SIAE e rappresentati dell'industria semplicemente per decidere il valore degli aumenti, non tanto se siano giusti o meno, e poi magari se sia il caso di escludere alcuni prodotti dalla lista.

Confindustria Digitale stima che gli italiani paghino mediamente 1,38 euro pro capite, quando la media europea è di 1,41 euro. La proposta dell'ex ministro Bray, in verità aderente alle richieste SIAE, indicava aumenti da capogiro. Ad esempio una "tassa" di 5,2 euro per gli smartphone (contro gli attuali 0,9 euro), 5 euro per i tablet, 0,9 euro a GB per le memorie (invece che 0,5 euro), etc. Uniche probabili novità "positive" la soppressione dell'equo compenso per HD-DVD e riduzioni per DVD e Blu-Ray.

Un possibile scherma di aumenti

Ad ogni modo niente è stato ancora deciso, ma resta il fatto che SIAE potrebbe passare dagli attuali 80 milioni di euro all'anno a circa 120 milioni – nella peggiore delle ipotesi 200. Troppo? Decisamente sì, perché nei 23 (sui 28) paesi UE dove vige questa norma nel 2012 si raccoglievano complessivamente 600 milioni di euro. L'Italia da sola rischia di sfiorare quasi un terzo della raccolta.

"Dobbiamo fare il decreto ministeriale per l'equo compenso che va a incidere su una serie di supporti tecnologici che ormai non interessano più nessuno. Va a insistere su smartphone, tablet e computer. Sapete che i punti di vista sono molto lontani tra Confindustria digitale, la Siae e i consumatori. Io ho fatto diversi incontri, l'ultimo questa mattina", ha confessato Franceschini ieri.