Francia e Italia pensano alla tassa digitale per Google

Il senatore francese Philippe Marini sta discutendo con alcuni parlamentare italiani della possibilità di approvare una tassa digitale per i colossi stranieri. L'attuale sistema fiscale comunitario consente troppi vantaggiosi escamotage.

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a cura di Dario D'Elia

Francia e Italia stanno pensando a un tassa digitale per i colossi del web come Google, Apple, Facebook e Amazon. Il promotore dell'iniziativa è il senatore francese Philippe Marini, il consigliere per le questioni fiscali dell'ex presidente Sarkozy. In questi giorni sta incontrando a Roma alcuni parlamentari italiani, per trasformare quella che inizialmente sembrava una proposta di legge nazionale in un progetto comunitario. A suo parere infatti bisogna mettere fine alla "situazione fiscale privilegiata di cui godono le multinazionali del web". Dello stesso avviso in verità il Presidente Hollande.

"Scelgono le proprie sedi giuridiche europee in Stati a basso tasso di fiscalità realizzando allo stesso tempo una quota significativa del loro fatturato nei cinque Stati europei più popolati'', ha spiegato Marini. Il caso emblematico è quello di Google che sfruttando la sede di Dublino pare essere riuscita a eludere il pagamento di circa 1 miliardo di euro di tasse. Non meno importante il fatto che fino al 2019 l'IVA sarà calcolata in base al tasso stabilito dalla nazione dove è presente la sede giuridica.

Il Senatore Philippe Marini

"Ho proposto ad alcuni colleghi parlamentari una road map perché le multinazionali digitali siano trattate alla stregua di tutte le altre società. Noi rappresentiamo il loro primo mercato mondiale, abbiamo permesso loro di crearsi una posizione dominante e queste non pagano le tasse", ha concluso Marini.

Nello specifico il documento programmatico del senatore prevede tre obiettivi. A breve termine (a livello nazionale) "una tassazione neutra ed equa" per i colossi stranieri. A medio termine (a livello comunitario) un cambiamento dell'applicazione IVA sui servizi digitali che tenga conto del paese dove si realizzano gli acquisti. A lungo termine (a livello internazionale) la ridefinizione delle regole per la tassazione dei profitti.