Ergonomia

Recensione - Test della Fujifilm X-Pro1, fotocamera con la quale l'azienda nipponica debutta nel settore mirrorless. Aspetto datato ma contenuti innovativi per una macchina che mostra la più elevata qualità fotografica mai vista finora in questo settore. Segni particolari: sensore APS-C di nuova concezione, solo ottiche fisse (per ora), attacco X-Mount (con adattatore Leica M già nel cassetto).

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a cura di Tom's Hardware

Ergonomia

La X-Pro1 si rifà, senza grosse sorprese, al modo d'uso delle fotocamere analogiche pre-elettronica, e offre i 4 programmi basilari PASM. Niente modalità "intelligenti" né Scene predefinite.

La ghiera dei diaframmi si trova sull'obiettivo, quella dei tempi l'abbiamo già trovata sulla parte superiore del corpo macchina; entrambe offrono una gamma di valori consentiti e la posizione automatica "A". Selezionando con entrambe le ghiere la posizione A si ottiene l'automatismo completo, equivalente al programma P. Lasciando la ghiera dei diaframmi in posizione A si lavora in priorità di tempi, e viceversa.

Quando entrambe le ghiere sono in posizione diversa da A, infine, ci si trova in modalità manuale. Tutto qui. Un modo d'uso estremamente semplice e diretto, che riporta l'attenzione del fotografo sul soggetto, e che per questo amiamo. Per rispettare pienamente la filosofia retrò della fotocamera, avremmo però preferito che, in modalità P, la scelta dell'accoppiata tempo/diaframma fosse demandata alla ghiera posteriore, e non ai pulsanti laterali del PAD. Poco male.

La ghiera dei tempi offre valori tra 1/4000 e 1 secondo, più posa T (valore a scelta tra 2 e 30 secondi) e B. La posizione A dispone giustamente di un blocco automatico di sicurezza - per passare in manuale bisogna premere il pulsante centrale della ghiera.

A livello ergonomico, si apprezza la costruzione e il piacevole feeling dei comandi meccanici sul corpo, che offrono il giusto sforzo e feedback; questo consente di usarli anche senza guardare. Una maggior durezza della ghiera dei diaframmi, almeno per il 60mm che abbiamo usato, non avrebbe invece guastato, anche in considerazione del fatto che sulla ghiera dei diaframmi manca il blocco in posizione A.

Ci è piaciuta poi la risposta del pulsante di scatto, grazie anche alla netta separazione della mezza corsa dalla pozione di scatto. 

L'impugnatura aggiuntiva migliora sensibilmente la presa della X-Pro1.

In assoluto, le forme "anni '60" non sono però ergonomiche quanto quelle di una reflex moderna. Abbiamo già detto dell'impugnatura meno pronunciata. In secondo luogo, il pulsante di scatto piccolo e in posizione verticale non è pratico quanto quello in posizione avanzata di un corpo reflex attuale. Infine, e qui il design retrò c'entra fino a un certo punto, i pulsanti AE-L/AF-L e Q risultano troppo prominenti, ed è facile premerli inavvertitamente quando si impugna la fotocamera. La X-Pro1 è quindi molto piacevole da usare, ma non sempre efficace quanto una buona reflex.

Questa valutazione può essere in qualche modo estesa anche ad alcune funzioni o comandi fotografici. Ad esempio, laddove una reflex di fascia medio-alta offre un bracketing di 3, 5, 7 o anche più fotogrammi con possibilità di compensazione fino a 5 stop, la X-Pro1 offre il classico bracketing a 3 fotogrammi con compensazione massima di 1 stop. L'impressione è che tutto sia volutamente più limitato, per riportare il fotografo a una dimensione in cui l'attenzione alla costruzione dell'immagine conta più della "forza bruta" della fotocamera.

La stessa disponibilità di comandi come il tono delle alte luci e delle ombre, a nostro avviso, indirizza maggiormente verso una produzione più riflessiva e già più corretta "allo scatto", rispetto a un'immagine catturata in modo neutro seguita poi da un maggior lavoro in post produzione o dall'applicazione automatica di filtri creativi.

Le performance della fotocamera sono complessivamente buone. L'autofocus ha sofferto saltuariamente di  qualche incertezza nell'aggancio del soggetto ma si è dimostrato tutto sommato reattivo e decorosamente veloce e preciso - nella media delle mirrorless attuali. Questo nonostante sia stato da noi testato con un'ottica macro che risulta certamente un po' penalizzante dal punto di vista della messa a fuoco. Questo, unito alla buona raffica da 6 fps massimi, rende la X-Pro1 più che adeguata a situazioni dinamiche come il reportage / street photography.

Registrando RAW+JPEG L, la raffica da 6 fps viene mantenuta per una dozzina di scatti, dopodiché il buffer richiede oltre 30 secondi per svuotarsi completamente in presenza di una SDHC classe 10 da 25 MB/s in scrittura. Non poco - in questo settore avremmo desiderato qualcosa in più.   

L'assenza del flash integrato obbliga a ricorrere a un'unità esterna.

L'esperienza d'uso con la X-Pro1 è comunque caratterizzata, soprattutto, dal peculiare mirino ibrido. Dopo averne descritto il funzionamento, riportiamo le nostre impressioni d'uso, complessivamente positive ma non prive di qualche critica. Iniziamo col dire che l'uso del mirino combinato ottico/elettronico è davvero divertente. Si passa in un lampo da un mirino elettronico, con tutti i pregi del caso (reale preview dell'immagine finale, copertura del 100% del campo inquadrato) a una modalità ibrida che unisce l'immediatezza del mirino ottico a una quantità (personalizzabile) di utili informazioni aggiuntive.

Il mirino ottico, però, non offre compensazione diottrica né telemetro, così per la messa a fuoco manuale ci si deve necessariamente affidare al mirino elettronico; benvenuta, in questo senso, la funzione zoom attivabile tramite ghiera posteriore e la scala della distanza di messa a fuoco. Altro limite del mirino ottico è che, in presenza di focali lunghe, il riquadro di ritaglio può essere molto piccolo (nonostante il fattore di ingrandimento variabile), e di conseguenza impreciso. Abbiamo voluto testare appositamente la focale 60mm, la più lunga oggi disponibile, e possiamo dire che con questa focale il mirino ottico si usa ancora bene, ma siamo al limite. Tele più spinti potranno probabilmente essere usati solo con il mirino elettronico.

Ultimi aspetti positivi, che abbiamo apprezzato nell'uso sul campo, sono il Quick menu, che rende molto più agevole modificare "al volo" i parametri di scatto rispetto ad altri modelli analoghi, e l'ampia disponibilità di preset personalizzabili che consente, una volta costruiti i propri setup, di "trasformare" la X-Pro1 e di adattarla alle diverse esigenze di ripresa in pochi istanti.