"Furbetti del cartellino" addio, presto la verifica biometrica nella PA

La Commissione Affari Costituzionali ha approvato l'articolo 2 del DDL Concretezza che prevede la verifica biometrica dell'identità nella PA.

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a cura di Dario D'Elia

I dipendenti pubblici in futuro potrebbero essere costretti alla verifica biometrica per la registrazione presenze sul posto di lavoro. Ieri la Commissione Affari Costituzionali e Lavoro della Camera dei deputati ha approvato l'articolo 2 del DDL Concretezza che prevede appunto "sistemi di verifica biometrica dell'identità", quindi eventuali strumenti di riconoscimento impronte o iride, per contrastare il fenomeno dell'assenteismo.

In sostanza il tradizionale cartellino o il badge dovranno essere sostituiti con sistemi più evoluti e sicuri, che opzionalmente potranno includere anche la video-sorveglianza. Per questa ultima tecnologia si parla di uso contestuale e non alternativo.

"La rilevazione biometrica delle presenze, non è una misura punitiva, ma un modo per tutelare i dipendenti che lavorano, quelli che non sono fannulloni", ha dichiarato recentemente la Ministra della Pubblica Amministrazione Giulia Bongiorno.

L'emendamento Rampelli che avrebbe previsto il divieto di impiego dei social network durante l'orario di lavoro per i dipendenti pubblici è stato accantonato - anche se ne avrebbe consentito l'uso per "per finalità direttamente collegate allo svolgimento della propria mansione".

Da ricordare infine che il DDL concretezza è già stato approvato in forma preliminare dal Consiglio dei Ministri lo scorso 13 settembre e dal Senato a dicembre con "l'obiettivo di individuare soluzioni per garantire l’efficienza della pubblica amministrazione, il miglioramento dell’organizzazione amministrativa e l’incremento della qualità dei servizi forniti". Non resta che attendere il prossimo voto della Camera e quello finale del Senato.

Vi sono però ancora dei nodi da sciogliere. Il primo è che la norma stabilisce un principio ma per il meccanismo di attuazione bisognerà attendere un altro decreto. Il secondo riguarda il parere del Garante della Privacy e quello degli enti locali. Alcune categorie di lavoratori saranno comunque escluse: si parla di forze dell'ordine, magistratura e prefetti. Per i docenti scolastici saranno adottate norme specifiche.