Fusione Wind-3 Italia: svelate le criticità antitrust UE

La Commissione UE ha confermato l'avvio di un'indagine approfondita sulla fusione di Wind con 3 Italia. Almeno 3 i punti critici.

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a cura di Dario D'Elia

La fusione tra Wind e 3 Italia è ancora sotto la lente della Commissione europea, sebbene l'annuncio dell'operazione risalga alla scorsa estate. Ieri da Bruxeless hanno fatto sapere che è in atto "un'indagine approfondita per valutare se la proposta di joint venture tra le attività di telecomunicazioni di Hutchison (holding di 3 Italia) e VimpelCom (Wind) in Italia è in linea con il regolamento UE sulle concentrazioni".

Il timore è che la fusione possa "causare un aumento dei prezzi e una diminuzione dell'offerta e dell'innovazione per gli utenti di telefonia mobile in Italia". In effetti dato che Wind è il terzo operatore italiano mentre H3G il quarto, l'operazione darebbe vita alla più grande telco mobile per numero di clienti. TIM e Vodafone diventerebbero rispettivamente seconda e terza.

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Commissione UE

Anche se Hutchison e Wind fanno sapere che l'indagine della Commissione era prevista, l'esito non è scontato. Come tutti ben sanno questa azione di approfondimento preliminare non pregiudica la decisione, ma alcune criticità permangono.

Secondo gli ispettori di Bruxelles "la joint venture non avrebbe abbastanza incentivi a esercitare una pressione concorrenziale significativa sugli altri concorrenti, con un conseguente aumento dei prezzi e un calo degli investimenti nelle reti di telecomunicazioni mobili".

Non meno importante il fatto che gli MVNO (operatori virtuali mobili), si troverebbero con un operatore in meno e quindi "un minore potere per negoziare condizioni favorevoli di accesso all'ingrosso".

"In terzo luogo, la riduzione del numero di concorrenti in seguito alla concentrazione rischia di ridurre la pressione concorrenziale e di aumentare la probabilità che gli MNO coordinino il loro comportamento concorrenziale e aumentino i prezzi sui mercati al dettaglio e all'ingrosso in modo duraturo", sottolinea la nota della Commissione.

La buona notizia è che a Bruxelles dovranno prendere una decisione entro il 10 agosto 2016, quindi la prossima estate si saprà come si concluderà la vicenda.