Garanzia Apple sotto indagine: la UE suona la campana

Il Commissario per la Giustizia UE Viviane Reding ha chiesto agli Stati membri di scoprire come funziona la gestione della garanzia Apple. Dopo la multa dell'AGCM la Commissione UE vuole fare chiarezza.

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a cura di Dario D'Elia

La garanzia Apple è finita sotto i riflettori della Commissione Europea. Dopo la multa italiana da 900mila euro, pare che a Bruxelles abbiano iniziato a indagare sul caso. Il Commissario per la Giustizia UE Viviane Reding, secondo quanto riporta Bloomberg, deve essere giunta a una svolta poiché ha richiesto ufficialmente la collaborazione di tutti gli Stati membri. Le Autorità Garanti della Concorrenza e del Mercato dovranno scoprire se i rivenditori Apple informano adeguatamente i clienti sulla garanzia legale di due anni.

"Apple pubblicizza a grandi lettere che i suoi prodotti hanno un anno di garanzia del produttore ma non comunica chiaramente ai consumatori il diritto automatico e gratuito al biennio di garanzia previsto dalla legge comunitaria", ha scritto Reding ai vari ministri. "Si tratta di pratiche marketing inaccettabili".

Ancora con questa storia della garanzia?

La questione è ben nota in Italia: Apple è poco esplicita sui diritti dei consumatori. "Presso i propri punti vendita e/o sui siti Internet apple.com e store.apple.com, sia al momento dell'acquisto che al momento della richiesta di assistenza, gli addetti non informavano in modo adeguato i consumatori sui diritti di assistenza gratuita biennale previsti dal Codice del Consumo, ostacolando l'esercizio degli stessi e limitandosi a riconoscere la garanzia convenzionale del produttore di 1 anno", si legge nel documento di istruttoria dell'AGCM che ha portato alla condanna.

"Le informazioni date su natura, contenuto e durata dei servizi di assistenza aggiuntivi a pagamento AppleCare Protection Plan, unite ai mancati chiarimenti sull'esistenza della garanzia legale biennale, erano tali da indurre i consumatori a sottoscrivere un contratto aggiuntivo quando la copertura del servizio a pagamento si sovrappone in parte alla garanzia legale gratuita prevista dal Codice del Consumo".

In verità il problema è più complesso di quanto sembri. Apple non si è distinta per trasparenza ma la legge europea fa comunque acqua. Perché la differenza tra la garanzia legale e quella commerciale è sostanziale. Se al primo anno si è di fatto protetti da ogni danno, nel secondo la riparazione è gratuita solo di fronte a un problema di conformità. Poi è vero che ci sono aziende che non fanno differenza, ma questa è una scelta di marketing.

Insomma, se la legge fosse più chiara i consumatori avrebbero meno problemi. A nota di cronaca bisognerebbe ricordare che nel settore hi-tech le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra, stranamente in quello dei grandi elettrodomestici vige il silenzio. Eppure è proprio lì che si annida il Far West: provate ad avere un problema dopo 6 mesi dall'acquisto di una lavastoviglie.

In ogni caso per quanto riguarda Apple è bene ricordare che la Commissione Europea non può indagare direttamente sulle pubblicità ingannevoli, bensì agire legalmente contro i paesi che non hanno fatto rispettare le regole. Bella notizia: per una volta l'Italia è la prima della classe.