L'epoca d'oro del mercato degli smartphone è ufficialmente finita, forse per sempre. A certificarlo sono le proiezioni di vendita di Gartner, ma soprattutto gli incontrovertibili dati di mercato. Quest'anno infatti per la prima volta secondo la società statunitense la crescita delle vendite non sarà a doppia cifra ma si attesterà intorno al 7%, la metà rispetto al +14,4% dello scorso anno.
Certo, la situazione è ancora lungi dall'essere catastrofica per i produttori di smartphone, perché parliamo pur sempre di un miliardo e mezzo di unità che presumibilmente saranno vendute nel mondo, ma a preoccupare è soprattutto il futuro: secondo gli analisti infatti non si tratta di una flessione temporanea, il mercato è ormai saturo e non tornerà mai più i livelli di crescita degli ultimi 7 anni, con un +73% da record registrato nel 2010.
Diverse ovviamente le cause. La prima è ovviamente come già detto la saturazione dei mercati più sviluppati: negli Stati Uniti, in Europa, in Giappone e in alcune delle nazioni asiatiche più avanzate infatti la penetrazione degli smartphone ha ormai raggiunto il 90% e gli utenti non sostituiscono più gli smartphone con la stessa frequenza di un tempo.
Adesso dunque l'attenzione delle aziende principali del settore si appunterà sempre di più sui mercati emergenti, in primo luogo Cina e India, ma anche Brasile, Sud America e Africa, in cui alcuni brand hanno già iniziato a proporre sempre più dispositivi avanzati ma dal prezzo contenuto.
Questa però sembra essere solo una panacea temporanea. Certo, prima che anche questi enormi mercati si saturino come accaduto in Occidente serviranno ancora diversi anni, ma la sensazione è che la vera soluzione sia tornare a innovare davvero per creare nuovamente richiesta, come accaduto con l'avvento dei primi smartphone touch.