A caccia di asteroidi

Asteroidi: quale rischio reale costituiscono, in cosa consiste l'attività di monitoraggio e come faremmo a fronteggiare un'eventuale minaccia? Le risposte in questo articolo del ricercatore Luca Buzzi dell'Osservatorio Schiaparelli di Campo dei Fiori.

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a cura di Tom's Hardware

A caccia di asteroidi

impatto

La storia della Terra è costellata di violenti impatti, alcuni dei quali hanno provocato estinzioni di massa: quella del Permiano-Triassico, 250 milioni di anni fa e quella del Cretaceo, 65 milioni di anni fa, per citarne un paio. Oggi abbiamo tutte le tecnologie necessarie per scoprire e caratterizzare gli asteroidi vicini alla Terra.

Gli asteroidi NEO sono corpi che si avvicinano al Sole a meno di 1.3 UA (Unità Astronomica, pari a 150 milioni di km). Provengono dalla fascia principale, e arrivano nelle regioni interne del Sistema Solare a causa di lunghissimi processi di perturbazioni planetarie. Dalla scoperta di Eros fino all'inizio degli anni '90 del secolo scorso ne erano conosciute già diverse centinaia, ma ancora non si era capito il loro reale pericolo cosmico.

Dal 1994, anno in cui la cometa Shoemaker-Levy 9 impattò Giove, si è iniziato a porre maggiore attenzione al "pericolo asteroidi", e la NASA ha iniziato a finanziare alcuni Osservatori astronomici affinché scoprissero la maggior parte degli asteroidi NEO più grandi di un km di diametro.

Entrarono così in funzione i primi programmi di ricerca, come LINEAR, NEAT, LONEOS e altri. L'idea di base per scoprire asteroidi è piuttosto semplice: si effettuano fotografie di molte zone di cielo ogni 15 o 30 minuti e si cercano puntini in movimento. Le stelle infatti non si spostano reciprocamente, ma sono tutte "trascinate" dalla rotazione della Terra, quindi rimangono ferme da una posa all'altra. L'asteroide invece ha un moto proprio, tanto più veloce quanto più è vicino alla Terra.

Quando un Osservatorio scopre un asteroide, le osservazioni vengono inviate al Minor Planet Center negli USA, centro mondiale di raccolta dati per quanto riguarda tutti i corpi minori del Sistema Solare. Dopo una prima verifica, le osservazioni sono pubblicate in apposite pagine Internet, a cui altri Osservatori possono accedere per confermarne la presenza.

Colpirà la Terra?

Una volta seguito per qualche giorno, al nuovo asteroide viene data una sigla: 2016 DB1, ad esempio. Inizia così il lungo processo di caratterizzazione orbitale, che richiede anni per essere completato. Per determinare se un asteroide avrà la possibilità o meno di colpire la Terra, l'orbita va conosciuta con estrema precisione; infatti non è possibile osservare l'asteroide solo per un paio di mesi e dire "colpirà la Terra nel 2058".

L'attività principale del nostro Osservatorio è proprio quella di caratterizzare i NEO, e per questo siamo uno dei più importanti osservatori astronomici amatoriali al mondo, con circa 1000 asteroidi osservati all'anno, dei quali il 70% sono NEO.

La fotografia di un asteroide

Come appare un asteroide in fotografia? Un esempio lo possiamo vedere qui sotto:

2013VA10

Tutti i puntini neri (l'immagine è mostrata in negativo) sono stelle, tranne uno, che è l'asteroide. Qual è? Impossibile dirlo, a meno che non si facciano altre foto a distanza di qualche minuto:

Ora lo spostamento è chiaro (al centro, leggermente in alto).

Dalle immagini si ricava l'astrometria, ovvero la sua posizione celeste. Con l'astrometria si calcola l'orbita in 3D e quindi la distanza, ed in base alla luminosità si fa una stima del diametro.

Il sistema di monitoraggio ha funzionato così bene che da diversi anni l'obiettivo della NASA di scoprire il 90% degli asteroidi più grandi di un km è stato raggiunto. Ora si cerca di trovare il 90% degli asteroidi più grandi di 140 metri. Per fare questo i telescopi di ricerca devono essere sempre più grossi, e di conseguenza lo devono essere anche quelli amatoriali. Al momento all'Osservatorio Schiaparelli utilizziamo il telescopio principale da 60 cm di diametro, che ben presto sarà affiancato dal nuovo telescopio da 84 cm di diametro, il più grande in Italia ad uso amatoriale.

telescopi

Le fotografie hanno tempi di esposizione molto lunghi, anche più di mezz'ora per ogni asteroide: infatti osservare un corpo di 100 metri di diametro alla distanza di qualche milione di km non è impresa facile, tanto più che l'asteroide è un corpo molto scuro, che riflette mediamente il 5-6% della luce solare incidente: come l'asfalto, tanto per intenderci.

Ad oggi sono stati scoperti poco più di 13.800 NEO, ma stime indicano che ce ne possono essere anche centomila con un diametro superiore ai 100 metri, dunque la ricerca andrà avanti ancora per molti anni.

Nel frattempo gli asteroidi più piccoli sfuggono alle reti professionali, e può capitare che qualcuno di questi venga scoperto poche ore prima dell'impatto con la nostra atmosfera, o addirittura che si veda direttamente la sua scia quando entra in atmosfera.