Impatto con la Terra

Asteroidi: quale rischio reale costituiscono, in cosa consiste l'attività di monitoraggio e come faremmo a fronteggiare un'eventuale minaccia? Le risposte in questo articolo del ricercatore Luca Buzzi dell'Osservatorio Schiaparelli di Campo dei Fiori.

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a cura di Tom's Hardware

Impatto con la Terra

Chelyabinsk

Il caso più eclatante di asteroide che ha oltrepassato la nostra atmosfera senza preavviso è sicuramente l'evento di Chelyabinsk del 15 febbraio 2013, quando un asteroide di circa 15 metri di diametro penetrò in atmosfera sopra la cittadina omonima, ad una velocità stimata in circa 65.000 km/h. L'energia liberata dall'esplosione fu pari a 500.000 tonnellate di TNT, 20-30 volte superiore alla bomba atomica di Hiroshima. L'onda d'urto che arrivò al suolo provocò circa 1.000 feriti, principalmente per schegge di vetro.

Asteroidi così piccoli non riescono ad essere identificati per tempo, ed in ogni caso la nostra atmosfera riesce a proteggerci egregiamente. Un altro fattore determinante è che non si riesce a osservare il cielo durante il giorno, quindi se un asteroide si avvicinasse alla Terra prospetticamente dalla direzione del Sole, non riusciremmo a vederlo.

Cosa fare in caso d'impatto

La domanda più ricorrente che ci viene posta quando si parla di asteroidi è: "cos'è possibile fare per evitare un eventuale impatto?" Il tutto dipende da quanto è grande l'asteroide e soprattutto quanto tempo abbiamo prima che arrivi sulla Terra.

AIDA infographic starry background
AIDA

Se la risposta a quest'ultima domanda è "settimane o qualche mese" non si può far altro che calcolare precisamente dove cadrà ed eventualmente pianificare un'evacuazione della zona colpita (non dimentichiamoci che il 71% della Terra è coperta da acque, e che del 29% rimanente solo una minuscola frazione è popolata).

Se l'impatto è previsto con anni di anticipo, allora è possibile pianificare una missione, senza equipaggio umano, che giunga sull'asteroide in questione. La prima prova generale dovrebbe essere AIDA, gestita congiuntamente da NASA ed ESA, attorno al 2020-2021.

L'obiettivo sarà l'asteroide doppio (65803) Didymos, dal diametro di 800 metri (corpo principale) e 150 metri (satellite). Quello che si vuole fare è tentare di deviare l'orbita del satellite tramite l'impatto di un grosso "proiettile" da 300 kg sulla sua superficie, ad una velocità di 22.000 km/h. Gli esiti saranno studiati e serviranno come test per future missioni.

Un'altra alternativa è il concetto di "trattore gravitazionale": utilizzare una sonda per spostare gravitazionalmente (dunque senza toccarlo) un asteroide. Ci sono poi ipotesi estreme come l'uso delle bombe atomiche, che al momento restano la soluzione ultima se tutto il resto non dovesse funzionare.

Le idee insomma ci sono, ora serve metterle in pratica, sperando naturalmente che nel frattempo non si scopra nulla che possa impattare la Terra a breve. La caccia continua...

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