Gli editori italiani vogliono la paghetta da Google News

Il presidente della Federazione Italiana Editori Giornali si schiera a favore di una tassa su Google e ne approfitta per tirare in ballo anche Google News.

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a cura di Dario D'Elia

Gli editori italiani di quotidiani sono favorevoli a una tassa su Google, ma a loro parere il gettito fiscale dovrebbe essere destinato al miglioramento delle infrastrutture tecnologiche del paese.

"Questa società dovrebbe pagare le tasse per la quota di profitti che realizza in Italia, come fa ogni imprenditore. Invece ha stabilito la sua sede legale in Irlanda e si permette un’elusione fiscale molto ingente", spiega il presidente FIEG Maurizio Costa a La Repubblica.

"Di questi soldi non chiediamo un euro. La mia proposta, semmai, è di destinare il gettito fiscale al miglioramento delle infrastrutture tecnologiche del Paese. Penso al wi-fi, che non è ancora diffuso come vorremmo. E alla banda larga, che pure stenta".

La posizione della Federazione Italiana Editori Giornali è condivisibile ma la sensazione è che l'interesse nei confronti di Google sia più mirato. E infatti nell'intervista rilasciata a Aldo Fontanarosa, il presidente conferma che vorrebbe che Google News pagasse "il giusto" per l'uso dei contenuti editoriali di proprietà altrui.

Google News

"È ora che questo gigante, come qualsiasi aggregatore di notizie di Internet, riconosca il diritto d’autore per gli articoli, le foto, i video linkabili da Google News", sottolinea Costa. L'idea di un condono tombale come è avvenuto in Francia non piace: gli stessi editori d'oltralpe si sono già pentiti.

Meglio un pagamento trasparente e continuo. Alla "tedesca" suggeriamo noi di Tom' Hardware, ironicamente. Giusto ieri il colosso berlinese Axel Springer AG ha annunciato di aver deciso di far tornare le sue testate online su Google News. Dopo due settimane di esperimento i tecnici hanno rilevato un crollo del traffico proveniente dal motore di ricerca del 40% e quello proveniente dall'aggregatore dell'80%. Welt.de, computerbild.de, sportbild.de e autobild.de erano crollati nel traffico.

Insomma, consigliamo al presidente FIEG di progettare bene i paletti da suggerire al legislatore. Perché Google potrebbe semplicemente obbligare gli editori a una liberatoria come in Germania. Chi vuole titolo e un estratto del testo indicizzato dall'aggregatore accetta di non essere pagato; agli altri viene consentito di estinguersi.

"La carta stampata continuerà a svolgere una funzione chiave. È la bussola della nostra società. L’editoria, fatta da bravi editori e giornalisti qualificati, conserva un ruolo decisivo nell’era dell’informazione indifferenziata che viviamo. Oggi vincono i contenuti affidabili, accurati, di qualità, a prescindere dal contenitore che poi li ospiterà: la carta, il tablet, la Rete", ha concluso il presidente di FIEG. Probabilmente sfiorando un cornetto portafortuna in tasca.