Gli obbiettivi dell'esperimento

Volete sapere quanto saranno veloci i sistemi del prossimo futuro? Overcloccate quelli odierni! La medicina migliore per combattere il calore generato dai componenti sotto stress è una bella cura di azoto liquido. Si tratta di un materiale da trattare “con i guanti” e che deve essere gestito da personale qualificato. Mettetevi il cappotto pesante e leggete il resoconto del primo esperimento informatico con azoto liquido in Italia! Non mancano record e sorprese.

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a cura di Roberto Buonanno

CEO

Gli obbiettivi dell'esperimento

I nostri punti fermi erano:

  • Controllare a nostro piacimento il freddo, il più a lungo possibile;
  • Salvare e riutilizzare l’hardware a disposizione.

Abbiamo centrato entrambi gli obiettivi, sia la scheda madre sia la vga sono state coibentate a regola d’arte; per proteggere il resto dei componenti, non direttamente interessati dal neoprene, abbiamo utilizzato per la prima volta un grasso dielettrico, poco elegante da vedere forse, ma ottimo per i risultati garantiti:

Come già accennato, quello che ha reso possibile il controllo della bassissima temperatura per circa 3 ore è stata la coibentazione, in questo le esperienze con il CO2 ci sono servite moltissimo.

Notate la coibentazione per evitare che all'interno dell'unità penetrino condensa o liquidi

Un’altra particolarità importante di questo esperimento è stata l’applicazione e la conferma operativa di una teoria, ovvero quella di non utilizzare da subito l’azoto, per non provocare shock termico ai componenti, ma di utilizzare il CO2 per raffreddare progressivamente la cpu/gpu, per poi, arrivati a -70°C, passare all’azoto per il boost finale. Il nostro azotoblock infatti, era composto da 2 ingressi e 2 uscite. Nella prima fase si utilizzava solo un ingresso, per poi utilizzare il secondo ingresso con tre uscite. In questo modo non abbiamo avuto problemi di tappi dovuti alla neve carbonica.