Gli obbiettivi dell'esperimento
I nostri punti fermi erano:
- Controllare a nostro piacimento il freddo, il più a lungo possibile;
- Salvare e riutilizzare l’hardware a disposizione.
Abbiamo centrato entrambi gli obiettivi, sia la scheda madre sia la vga sono state coibentate a regola d’arte; per proteggere il resto dei componenti, non direttamente interessati dal neoprene, abbiamo utilizzato per la prima volta un grasso dielettrico, poco elegante da vedere forse, ma ottimo per i risultati garantiti:
Come già accennato, quello che ha reso possibile il controllo della bassissima temperatura per circa 3 ore è stata la coibentazione, in questo le esperienze con il CO2 ci sono servite moltissimo.
Notate la coibentazione per evitare che all'interno dell'unità penetrino condensa o liquidi
Un’altra particolarità importante di questo esperimento è stata l’applicazione e la conferma operativa di una teoria, ovvero quella di non utilizzare da subito l’azoto, per non provocare shock termico ai componenti, ma di utilizzare il CO2 per raffreddare progressivamente la cpu/gpu, per poi, arrivati a -70°C, passare all’azoto per il boost finale. Il nostro azotoblock infatti, era composto da 2 ingressi e 2 uscite. Nella prima fase si utilizzava solo un ingresso, per poi utilizzare il secondo ingresso con tre uscite. In questo modo non abbiamo avuto problemi di tappi dovuti alla neve carbonica.