Gli obiettivi secondari di Gaia

Oggi prende il via la missione Gaia dell'ESA, un satellite con a bordo fotocamere con un sensore da quasi un miliardo di pixel per fotografare la Via Lattea con una precisione senza precedenti.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Gli obiettivi secondari di Gaia

Scrutando il Sistema Solare a 500 anni luce dalla Terra ovviamente Gaia prenderà di mira anche una serie di corpi celesti che non sono stelle. Fra questi ci saranno anche pianeti delle dimensioni di Giove di fuori del nostro Sistema Solare e asteroidi.

Anche se si tratta di un'attività secondaria, l'avvistamento degli asteroidi è molto importante perché individuarli consente di valutare se costituiscono una potenziale minaccia per la Terra, in tempi sufficienti per prendere eventuali contromisure di difesa. Si prevedono decine di migliaia di avvistamenti, alcuni dei quali riguarderanno oggetti vicini alla Terra. L'apporto di Gaia a questa attività è fondamentale perché, gli asteroidi non sono luminosi quindi individuarli quando si trovano nello spazio profondo, per esempio in prossimità della fascia di Kuiper, è molto difficile. Dallo Spazio è semplice.

Sempre in quest'ambito, Gaia studierà anche gli asteroidi che già conosciamo, con la possibilità per determinare con precisione la velocità e le orbite con cui si muovono, con una precisione senza precedenti.

Lo stesso discorso è applicabile alle comete, argomento di cui abbiamo parlato approfonditamente in occasione dell'articolo su ISON. Spendiamo una parola in più invece sulle stelle morte e sulle nane brune, o stelle mancate. Le nane brune si formano esattamente come le stelle, per il collasso gravitazionale di nubi di gas nello spazio, ma hanno un massa insufficiente per innescare una reazione di fusione nucleare propria delle stelle. Si stima che nello spazio ce ne siano decine alla deriva e Gaia avrà la possibilità di censirle.

Un altro gruppo di osservazione riguarda le stelle che a un certo punto della loro vita bruciano in una drammatica esplosione di supernova, irradiando il cielo di radiazioni. Nell'arco di cinque anni, si stima che Gaia ne possa individuare decine di migliaia in galassie lontane, prima che raggiungano la loro massima luminosità. Attualmente spesso non notiamo questi eventi finché non arrivano la picco di luminosità, ma cogliendoli prima si possono avere i dati per calcolare la loro distanza. Inoltre, gli studiosi delle supernovae potranno essere avvisati in tempo per osservare il fenomeno.

Infine, passiamo alla parte sulla Teoria delle Relatività di Einstein. Il celebre scienziato capì che lo Spazio non è piatto, ma "si piega" per via della gravità di oggetti celesti come il Sole e i pianeti. Queste flessioni possono deviare la luce rispetto alla linea retta che seguirebbe per natura. Per questo quando osserviamo una stella la vediamo leggermente più spostata rispetto alla sua effettiva posizione.

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Ci sono diverse tecniche per calcolare la flessione e risalire alla posizione degli astri, e con i dati che raccoglierà Gaia si potranno affinare ulteriormente le misurazioni fino a raggiungere precisione senza precedenti.