Gli smartphone li butteremo nei negozi come Mediaworld

La Directive on waste electrical and electronic equipment (WEEE), ovvero la normativa sulla gestione dei rifiuti hi-tech, è stata aggiornata. Manca ancora la votazione ufficiale, ma a breve vi saranno interessanti novità per il settore. Ad esempio i piccoli dispositivi da buttare potranno essere consegnati ai negozianti.

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a cura di Dario D'Elia

La direttiva 2003 sulla gestione dei rifiuti delle apparecchiature elettriche ed elettroniche (WEEE) è stata aggiornata: a breve cellulari e piccoli dispositivi hi-tech potranno essere consegnati gratuitamente presso i negozi di elettronica. Manca ancora solo il voto formale del Consiglio EU e la pubblicazione del nuovo regolamento sulla Gazzetta ufficiale; dopodiché gli Stati membri avranno 18 mesi per adattarsi alle nuove disposizioni.

Si tratta di una piccola rivoluzione poiché si parla di qualche comodità in più per i cittadini e minori obblighi burocratici per le imprese. "Dopo difficili negoziati sono molto soddisfatto del fatto che siamo riusciti ad accordarci su tassi di raccolta ambiziosi, ma raggiungibili. L'Europa adesso recupererà più materiale grezzo, il che è un'ottima notizia sia per l'economia sia per l'ambiente" ha dichiarato il relatore Karl-Heinz Florenz (PPE, DE), dopo il voto per alzata di mano.

e-waste

L'obiettivo è quello di raggiungere entro il 2016 una raccolta di rifiuti elettronici pari a 45 tonnellate per ogni 100 tonnellate di beni hi-tech smerciati nei tre anni precedenti. Nel 2019 poi la quota dovrà raggiungere almeno l'85%. In ogni caso il primo grande risultato è stato quello di prevedere per i grandi negozi (dai 400 metri quadrati in su) l'obbligo al ritiro gratuito di smartphone e piccoli dispositivi (senza acquisti abbinati) . Insomma, appena l'Italia recepirà la nuova direttiva sapremo di avere un'alternativa rispetto alle aree ecologiche comunali. 

Da rilevare che la UE ha pensato anche a un obbligo per i produttori, ovvero individuare in sede di progettazione opzioni che agevolino il riciclaggio. Non da meno gli esportatori avranno ogni responsabilità sulle spedizioni. Si punta insomma a mettere un freno al traffico illegale. Oggi si stima ad esempio che il 70/80% dell'e-waste vada a finire senza troppi controlli nei paesi in via di sviluppo, con gravi effetti collaterali per l'ambiente e le popolazioni.