Gli studenti italiani salvano la Terra da una cometa assassina

L'Italia ha vinto la competizione internazionale ZeroRobotics stracciando gli avversari nella finalissima giocata a bordo della Stazione Spaziale Internazionale. Ecco le strategie e le regole del gioco spaziale più emozionante a cui si possa partecipare.

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a cura di Elena Re Garbagnati

Introduzione

Altro che WarGames, i ragazzi del Liceo E.Fermi di Padova hanno fatto sul serio quando hanno programmato dei mini satelliti presenti sulla Stazione Spaziale internazionale per sconfiggere gli avversari e salvare la Terra dalla distruzione.

È così che la squadra di robotica del Liceo E.Fermi di Padova si è aggiudicata la finale europea della competizione internazionale ZeroRobotics organizzata dal Politecnico di Torino, dall'Università di Padova, dal Massachusetts Institute of Technology (MIT) e dalle Agenzie Spaziali Europea (ESA) e Italiana (ASI). A vincere è stata l'alleanza COFFEE (Company of Fantastic Fighters and Extravagant Experimenters) composta dai "Programmatori della domenica" del Fermi, i "Nemesis" spagnoli e gli "Hello World" francesi.

La competizione era incentrata sul gioco spaziale CosmoSpheres, e bisognava scrivere un programma per controllare a distanza due mini robot chiamati appunto SPHERES presenti sulla Stazione Spaziale Internazionale.

Lo scenario quest'anno era il seguente: una cometa in viaggio verso la Terra minaccia l'esistenza dell'umanità, gli studenti dovevano controllare i satelliti in miniatura per salvare il nostro pianeta usando l'attrazione gravitazionale, la repulsione laser o una combinazione dei metodi per modificare il percorso di distruzione planetaria della cometa.

 

Il professor Renato Macchietto, insegnate di matematica e fisica che ha seguito i ragazzi in questa avventura, ci ha spiegato che il nome della squadra deriva sia dal fatto che lui e i ragazzi hanno dovuto lavorare il fine settimana e negli orari extra scolastici per programmare, confrontarsi con gli studenti esteri e fare tutto il lavoro necessario per la competizione. Sia perché alcuni ragazzi di un istituto tecnico li avevano additati come "programmatori della domenica" canzonandoli per la loro programmazione non proprio raffinata e da manuale.

Del resto, come sottolinea Enrico Lumetti - lo studente capo programmatore in questo progetto - le nozioni di programmazione che erano necessarie sono state acquisite con il fai-da-te perché la programmazione non è materia di insegnamento al liceo scientifico. "Di sicuro è difficile, però se uno ha passione e molta voglia di fare allora con le risorse che ci sono ci si può informare, anche solo con il computer di casa, Internet e la conoscenza dell'inglese che fortunatamente la scuola dà".

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"Attorno ai due ragazzi che sapevano programmare – prosegue Macchietto – si è costruito il gruppo, che necessitava anche di persone in grado di capire le regole e le strategie. Il risultato è che molti ragazzi che si sono uniti a questa avventura hanno imparato a programmare perché per risolvere i singoli problemi Lumetti ha iniziato a spiegare agli altri come programmare e diversi ragazzi che non sapevano quasi niente hanno imparato".

Oltre a essere un gioco insomma, le competizioni scolastiche di questo tipo motivano i ragazzi a impegnarsi in materie che non padroneggiano o conoscono solo marginalmente, arricchendo il loro bagaglio culturale.