Gli utenti Mac sono più spendaccioni di quelli Windows

Secondo i dati di un grande sito specializzato in viaggi chi ha un Mac è disposto a spendere un po' di più. La società usa queste informazioni per modificare le offerte commerciali, e alimenta così il dibattito sulla privacy online.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Gli utenti Mac sono disposti a spendere circa il 30% in più per i viaggi, o almeno questo è ciò che pensano gli amministratori di Orbitz, un sito statunitense specializzato nella vendita di pacchetti viaggio economici. Per scoprirlo Orbitz ha usato i dati di tracciamento trasmessi dal browser, una scelta che riaccende anche la discussione sulla privacy e sulla funzione "do not track" introdotta nei browser più recenti con diverse modalità.

Secondo i dati raccolti da Orbitz chi ha un Mac spende mediamente tra i 20 e i 30 dollari in più per una notte in hotel, e ha deciso così di proporre loro non le offerte più economiche, ma quelle più "adatte" a questo preciso campione demografico.

La società ha compiuto ricerche specifiche prima di procedere a tale scelta, e non è da escludere che questo tipo di targettizzazione diventi in futuro uno standard per la pubblicità e il commercio online. Bisogna comunque sviluppare algoritmi complessi per determinare quale sia l'offerta ideale per ogni cliente, e non è detto che vedremo gli effetti di questo tipo di attività in tempi brevi.

In ogni caso il sistema operativo è solo uno degli elementi usati per creare un profilo degli utenti, e non il più importante. Pesano di più gli acquisti precedenti per esempio, o il luogo in cui si trova il potenziale cliente.

Quanto scoperto da Orbitz conferma i luoghi comuni sugli utenti Mac? È vero che sono mediamente più facoltosi e disposti a spendere? Lo pensano in molti, basandosi però solo sul prezzo in media più alto dei prodotti Apple; Orbitz con i suoi dati analitici sembra darcene una conferma scientifica – ma di certo la discussione non si spegnerà presto.

Forse non giungeremo mai a una conclusione definitiva, ma possiamo stare certi che in futuro società come Orbitz, che ha fatto investimenti rilevanti nell'analisi dei dati, riusciranno probabilmente a tracciare profili sempre più precisi degli utenti basandosi sui dati di navigazione. Una realtà che per qualcuno è uno dei maggiori pericoli per la privacy degli internauti, tanto che in Europa esistono leggi per limitare il fenomeno, e presto ogni browser sarà in grado di bloccare il tracciamento.

Quest'ultimo aspetto è fonte di un'ulteriore controversia. Mozilla ha deciso che Firefox non bloccherà il tracciamento per default, ma lascerà all'utente la decisione. Microsoft ha invece preferito la strada del blocco predefinito. Due posizioni ben diverse, e che porteranno a vivere diversamente la navigazione. Voi che cosa preferireste?