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a cura di Alessandro Crea

Al Google I/O Sundar Pichai ha dato a tutti un assaggio di quello che le intelligenze artificiali ci riservano per il futuro, almeno alcune di esse. Google Assistant di sicuro. L'audio trasmesso in diretta infatti era quello di una telefonata effettuata proprio da Assistant che, parlando con un essere umano, fissa l'appuntamento per il barbiere.

A stupire è la naturalezza con cui la conversazione si sviluppa e la capacità di gestire le risposte da parte dell'IA di Mountain View, che non ha bisogno di essere richiamata in causa nuovamente ogni volta con "Ok, Google" e che a un certo punto utilizza addirittura l'interiezione "Mm-hmm" come risposta alla frase della segretaria "mi dia un momento per controllare".

Queste capacità, a detta di Pichai, saranno rese disponibili agli utenti nelle prossime settimane "come un esperimento", non sappiamo se soltanto negli Stati Uniti o in tutto il mondo ma ciò ha poca importanza. Ciò che è significativo è il livello di comprensione del linguaggio raggiunto e la conseguente capacità di sostenere una conversazione articolata, capacità comunque che non ha soltanto Google Assistant, visto che di recente anche Amazon ha reso disponibile per Alexa qualcosa di simile.

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Le IA si stanno indubbiamente evolvendo in maniera assai rapida e presto probabilmente ci avvicineremo a quella che gli esperti chiamano singolarità, ossia lo sviluppo di una coscienza autoconsapevole, prevista tra il 2030 e il 2040, ma nel frattempo, a colpire, è anche constatare in questa evoluzione quanto sia rimasto indietro chi in un certo senso ha posto le basi del settore: parliamo ovviamente di Apple e del suo assistente vocale Siri.

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L'evoluzione di Google Assistant e la prova di forza di ieri sottolineano infatti con una dimostrazione concreta quanto già emerso recentemente da una ricerca e cioè che di tutti gli assistenti vocali attualmente disponibili sul mercato quello di Apple, il primo ad essere comparso, è anche il meno evoluto. In questi anni Apple ha infatti lavorato poco sull'IA, tenendola di fatto ai margini del proprio progetto, nonostante il lancio di HomePod, che non a caso anche sul sito punta tutto sulla qualità della riproduzione musicale, relegando il ruolo dell'assistente digitale integrato a un breve paragrafo a fondo pagina. Chissà però se ieri anche Tim Cook ha seguito il Google I/O e se al WWDC di giugno ci saranno novità significative.