Google avverte gli editori: se ci tassate vi cancelliamo

Google è sul piede di guerra contro la tassa sui contenuti digitali. Se la Francia dovesse approvare l'obolo il colosso statunitense potrebbe eliminare le sue testate dal motore di ricerca e da Google News.

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a cura di Dario D'Elia

Google minaccia di eliminare i media francesi dal suo motore di ricerca e dal servizio news, se il Governo Hollande dovesse approvare la tassa online voluta dagli editori. Il braccio di ferro è iniziato, ma fortunatamente il Ministro dell’Economia digitale Fleur Pellerinsta cercando di gettare acqua sul fuoco. "Ciò che mi interessa è di avviare una dibattito costruttivo", ha ribadito. "Sono favorevole a un confronto pacifico per trovare la giusta via per mettere d’accordo editori e Google e trovare un compromesso anche finanziario per l’uso dei contenuti delle testate".

La questione è semplice: gli editori dei grandi quotidiani francesi vorrebbero essere retribuiti per l'indicizzazione dei loro articoli nei motori di ricerca e sui servizi come Google News. In verità la cosiddetta "Lex Google" piace anche in Germania (Axel Springer e Bertelsmann) e quindi non è un caso che a Mountain View sia salita la febbre. La lettera ufficiale pubblicata sul blog dell'azienda è al fulmicotone. Di fatto punta il dito sulla Francia: se verranno tassati per gli articoli presenti sul motore, agiranno di conseguenza eliminandoli dall'offerta. E questo, come sanno i ben informati, vorrebbe dire circa 4 miliardi di click in meno sulle testate gallette.

Se mi tassi ti cancello

L'AD di Echos, Francis Morel, sa bene che Google detiene in Francia il monopolio della ricerca online con il 93,5% ma ha disposizione almeno un asso nella manica. "Bisogna sapere che Google è una delle più grosse società di raccolta pubblicitaria in Francia, ma non dichiara che 41 milioni di euro di fatturato in questo Paese", ha ricordato. "È inaccettabile che Google usi i nostri articoli gratuitamente per penetrare il mercato francese della pubblicità senza prevedere alcun compenso per i creatori di contenuti".

Insomma, tiene banco la questione dell'uso gratuito dei contenuti altrui. Non a caso anche il presidente dell'Antitrust Giovanni Pitruzzella è convinto che i motori di ricerca come Google costituiscano "un passaggio obbligato per la distribuzione dei contenuti web" e che rischino di diventare monopolisti del mercato. Il problema è che senza la visibilità sui motori i giornali online sono destinati all'anonimato o al crollo delle visite - com'è successo ad esempio ad alcune testate di News Corp. Senza audience vanno zampe all'aria sia le testate gratuite con pubblicità che quelle con contenuti premium a pagamento.

Che fare quindi? L'unica soluzione è nel compromesso con Google. In caso contrario il colosso statunitense potrebbe permettersi di salutare i rivoltosi e volgere lo sguardo agli editori digitali puri che non vogliono "nulla". Gli unici che non hanno mai chiesto finanziamenti pubblici allo Stato, denaro ai propri lettori e che sanno bene quale sarà il destino di chi ragiona ancora in analogico.