Google compra Zagat e lo spirito di American Psycho

Google ha messo le mani sulla storica guida dei ristoranti e locali Zagat, osannata dagli yuppie degli anni '80. L'offerta informativa della piattaforma di localizzazione non potrà che migliorare. Tramonta in ogni caso lo spirito raccontato da Bret Easton Ellis in American Psycho.

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a cura di Dario D'Elia

Google ha acquisito Zagat, la storica guida per ristoranti, shopping e altre attività metropolitane. La cifra sborsata è stata sicuramente inferiore ai 66 milioni di dollari, poiché in caso contrario il colosso statunitense avrebbe dovuto comunicarla alla Federal Trade Commission (aggiornamento: il WSJ parla tuttavia di una cifra intorno ai 125 milioni). Massimo riserbo, anche se nel 2000 si parlava di un valore di 100 milioni e nel 2008 di ben 200 milioni.

Zagat è un'istituzione oltreoceano, che con le dovute proporzioni potrebbe essere affiancata alla nostra blasonata Guida Michelin – ecco, diciamo che è proprio il peso della storia a separarle. In ogni caso quella raccolta di pareri e recensioni sui ristoranti newyorchesi iniziata quasi per gioco nel 1979 da Tim e Nina Zagat, oggi si basa sulle valutazioni di 350mila "ispettori" sparsi per il mondo. Non si parla più solo della Grande Mela, ma di almeno 80 grandi città del globo, e ovviamente è disponibile in formato cartaceo ed elettronico - online e come app.

Zagat

Gli esperti del settore online hanno fatto notare che il potenziale di questa acquisizione è enorme. Google con la localizzazione potrà ulteriormente completare la sua offerta informativa. I progetti totalmente social - ma questa è la mia opinione - se basati totalmente sui gusti gastronomici del grande pubblico non sempre valorizzano i migliori professionisti. Più commenti competenti (anche di appassionati, non è obbligatorio che siano professionisti) sono generalmente più affidabili. Basta farsi un giro sui siti di recensioni italiani: sempre a parlare di pizzerie, che barba.

Patrick Bateman in elegante spolverino anti-macchia - clicca per ingrandire

Zagat è un mito un po' sbruffone comunque. Bret Easton Ellis in "American Psycho" (il film omonimo è perdibile, il libro è su un altro livello) racconta dei giovani yuppie fine anni '80 che la consultano come una Bibbia per dare un senso al loro bisogno di apparire. Ogni sera un ristorante diverso segnalato da Zagat. È vero che da allora molto è cambiato: persino Gordon Gekko uscito di galera non è più avido come un tempo.

Comunque Zagat al servizio del nazional popolare Google è davvero un segno dei tempi. Non ditelo a Patrick Bateman, potrebbe risvegliarsi la sua febbre omicida.