Google-DoubleClick non piace neanche in Europa

Le associazioni dei consumatori europei sollecitano l'Unione Europea nel far chiarezza sull'acquisizione di DoubleClick da parte di Google

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a cura di Manolo De Agostini

Lo strapotere web di Google mette un po' paura, tanto che non sono pochi quelli ad averla paragonata a una "nuova Microsoft". L'azienda di Mountain View è innegabilmente una macchina ben oliata che lavora alla perfezione e che si sta espandendo sempre di più, a colpi di acquisizioni a ritmi impressionanti. Tra gli ultimi colpi di Schmidt e compagni c'è DoubleClick, azienda pubblicitaria che segue le attività degli utenti grazie ai cookie presenti nei banner dei suoi inserzionisti e gestisce una mole di informazioni "private" per profilare al meglio la sua offerta.

Gli avversari, da subito spaventati per il rinnovato peso pubblicitario di Google, si sono appellati alla privacy e alla competizione, tanto che la U.S. Federal Trade Commission (FTC) ha avviato un'indagine antitrust preliminare. Ora apprendiamo che anche l'Europa si muove; Altroconsumo comunica:

"Con l'acquisizione di DoubleClick, Google porrebbe le basi per una restrizione della concorrenza nel mercato della pubblicità on-line e minerebbe la tutela privacy dei consumatori, grazie all'enorme quantità di dati personali di chi naviga in Rete che si troverebbe a gestire in monopolio, senza regole.

E' quanto sostenuto da Altroconsumo, dal BEUC, organismo delle associazioni indipendenti di consumatori in Europa, da OCU, associazione spagnola e da VZBV, associazione tedesca, in una lettera congiunta al Commissario per la Concorrenza UE Neelie Kroes e inviata oggi per conoscenza anche al presidente dell'Autorità per la garanzia dei dati personali, Francesco Pizzetti, e al presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, Antonio Catricalà.

Per Altroconsumo il dominio incontrastato di Google nel mercato dei motori di ricerca si salderebbe con la leadership di DoubleClick nel settore della pubblicità on-line banner e video, con effetti di restrizione sulla pluralità di fruizione da parte degli utenti di contenuti on-line - siano essi via personal computer, telefonia mobile, tv interattiva - ed effetti di cumulo e incrocio di una enorme mole di dati su profili dell'utenza, sulle abitudini di scelta e di navigazione, all'insaputa degli utenti.

Altroconsumo, BEUC, OCU e VZBV auspicano che le Autorità che vigilano sulla tutela della concorrenza, sia a livello nazionale che europeo, prendano in considerazione le istanze dei rappresentanti di consumatori".