Google e gli editori di quotidiani: la soluzione è facile

Google ha siglato un accodo con gli editori dei quotidiani belgi di lingua francese che pone fine a tutte le controversie legali sul copyright. Promuoveranno i rispettivi servizi, aumenteranno i ricavi degli editori, il coinvolgimento del lettore e l'accessibilità dei contenuti degli editori.

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a cura di Dario D'Elia

Google e gli editori dei quotidiani belgi di lingua francese hanno trovato una soluzione al problema della equa condivisione dei ricavi online. Nel 2006 era esplosa una controversia sfociata in una denuncia per violazione del diritto di copyright. In pratica il colosso statunitense era accusato di mostrare illegalmente gli snippet degli articoli in Google News e pubblicare link a copie cache delle rispettive pagine in Google Search. Di fatto lo stesso problema che nel tempo hanno lamentato più editori europei.

Ebbene, finalmente è stato raggiunto un accordo "che pone fine a tutte le controversie legali", come riporta il comunicato ufficiale del colosso di Mountain View. Una soluzione che potrebbe essere replicata con tutti gli operatori del settore, ma che fondamentalmente conferma che si tratta esclusivamente di una questione economica.

Google e gli editori infatti hanno stabilito insieme quattro punti chiave per il business: promuovere i rispettivi servizi, aumentare i ricavi degli editori, il coinvolgimento del lettore e l'accessibilità dei contenuti degli editori.

Google

L'idea è quella di consentire a Google di pubblicizzare i propri servizi sui media degli editori, contemporaneamente aiutandoli nell'ottimizzazione dell'uso degli strumenti pubblicitari come AdWords "in modo da poter attrarre nuovi lettori". Questo vuol dire che sarà fondamentale la monetizzazione dei contenuti, sia attraverso modelli premium (paywall, abbonamenti), sia tramite soluzioni pubblicitarie quali la piattaforma AdSense e il marketplace AdExchange.

Si parla anche di incrementare il coinvolgimento del lettore, "attivando gli strumenti sociali di Google+, inclusi i video in Hangout, sui siti di informazione, e lanciando canali ufficiali su YouTube". Infine sarà svolto un lavoro sull'accessibilità dei contenuti degli editori per agevolare la distribuzione dei contenuti originali su piattaforme mobili, in particolare smartphone e tablet.

"Questo accordo giunge in un momento importante, nel pieno di un dibattito su come l'industria editoriale si debba adattare al meglio alla nuova era digitale", prosegue la nota di Google. Come ha recentemente riportato l'Economist in un articolo intitolato Letting the Baby Dance, molti governi tra cui l'Irlanda, i Paesi Bassi, l’Australia, il Regno Unito e il Canada stanno prendendo in considerazione o hanno già apportato riforme Internet-friendly del diritto d'autore".

Insomma, la politica del muro contro muro non serve. Google e gli editori possono trovare soluzioni di reciproco vantaggio, come in fondo dimostra l'accordo belga. D'altronde secondo le stime l'azienda porta ai siti degli editori un traffico pari a 4 miliardi di click al mese in tutto il mondo. E questi in ambito pubblicitario di possono tradurre in miliardi di dollari di campagne-

"Il nostro programma AdSense paga 7 miliardi di dollari all'anno agli editori web di tutto il mondo", ricorda Google. "Gli editori, dal canto loro, hanno la possibilità, solo aggiungendo poche righe di codice, di non comparire fra i risultati di una ricerca su Google e/o su Google News. Gli editori rimangono liberi anche di decidere se rendere disponibili a pagamento gli articoli che gli utenti possono trovare attraverso il motore di ricerca".