Glass: cosa manca e futuro

Abbiamo ricevuto da poco i Google Glass Explorer Edition, e cominciato subito a usarli. Nelle pagine di questo articolo ci sono le nostre prime impressioni su questo innovativo gadget, che rappresenta il futuro del computer indossabile secondo Google.

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a cura di Tom's Hardware

Google Glass: che cosa manca

Quanto alle limitazioni dei Google Glass, nella loro attuale versione, possiamo cominciare con il dire che non è possibile usare la navigazione e gli SMS in abbinamento a un iPhone. Per avere queste funzioni è necessario uno smartphone Android 4.03 o superiore, con l'applicazione MyGlass.

MyGlass su Android 4.2.2 - clicca per ingrandire

Questa situazione dovrebbe comunque cambiare presto. Dopo esserci procurati un prodotto Android, abbiamo scoperto che i Google Glass hanno bisogno di una connessione Wi-Fi per collegarsi a Internet, quindi è necessario che il tethering sia disponibile con il proprio piano telefonico – che spesso significa un sovraprezzo, anche piuttosto salato.

Google Glass: il futuro

I Google Glass non sono ancora un prodotto commerciale, e i pochi esemplari hanno ancora capacità limitate. Gli sviluppatori che li hanno ricevuti però ci stanno già lavorando: c'è un'applicazione per scattare fotografie facendo l'occhiolino, chi lavora a schermate di blocco, chi alla compatibilità con Twitter e altro. Vale senz'altro la pena di dare una possibilità a questo progetto, e vedere che succede.

Google migliora i Glass con aggiornamenti come il recente XE5, e con il tempo renderà questo gadget disponibile a sempre più persone - si spera per meno dei 1500 dollari che è costato a noi. Per come sono ora, comunque, non si tratta di un oggetto che vorremmo portarci dietro ogni volta che usciamo di casa. Né ci sembra interessante l'idea di portarli in ogni luogo e in ogni momento, o di avere sempre in tasca la voluminosa custodia dei Glass.

Google Glass con gli occhi di un bambino

Quanto alle critiche espresse da altri, possiamo dire che non abbiamo aspettative ridicole sull'autonomia, non ci hanno provocato la nausea né abbiamo avuto problemi con il riconoscimento vocale. La vera seccatura è che per usarli serve un piano telefonico con tethering attivo, quindi al prezzo di acquisto bisogna aggiungere un costo di mantenimento non trascurabile.

A tutti, infine, riportiamo l'opinione in prima persona di chi li ha provati, Chris Angelini, che oltre a dirigere la nostra redazione USA è anche un padre. "C'è una bella differenza tra il giocare personalmente con il proprio figlio e riprendere ciò che accade, e lo starsene passivamente a un lato con lo smartphone in mano". Con ogni probabilità, la creazione di immagini e video "in prima persona" è il potenziale più grande che i Google Glass, per ora, possono esprimere.