Google Glass anche in sala operatoria, ecco il chirurgo 2.0

I Google Glass hanno reso possibile un nuovo tipo di collaborazione a distanza in sala operatoria.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Google Glass anche in sala operatoria, per combinare realtà aumentata e collaborazione online. L'esperimento è stato portato a termine da un gruppo che fa capo all'Università dell'Alabama a Birmingham (UAB), che ha unito il gadget di Google al software VIPAAR (Virtual Interactive Presence in Augmented Reality). Il software in questione è venduto come prodotto per le videoconferenze professionali, ma i chirurghi della UAB lo hanno usato in un vero e proprio intervento operatorio. Brent Ponce era in sala con i Google Glass addosso, grazie a cui il suo collega Phani Dantuluri poteva vedere tutto e interagire da Atlanta.

Il dott. Ponce in sala con i Google Glass

Non solo, Dantuluri poteva anche agire su un tavolo chirurgico virtuale, e mostrare a Ponce cosa stava facendo sullo schermo dei Glass. E naturalmente i due medici potevano parlare tra loro, confrontandosi sul da farsi. Parliamo quindi di un intervento realizzato in due, con uno dei due medici che interviene a distanza. Altri esperti della UAB hanno poi spiegato che questo tipo di tecnologia potrebbe migliorare molto la qualità dell'assistenza sanitaria, perché permetterà a chirurghi esperti di partecipare e contribuire agli interventi anche se sono lontani.

VIPAAR è nato proprio su iniziativa di un neurochirurgo della UAB, Barton Guthrie, che voleva strumenti migliori per la telemedicina, che all'epoca erano poco più che una chiamata telefonica tra due medici. E oggi l'idea di Guthrie sembra davvero realizzabile. Il suo obiettivo era infatti rendere più sicuri interventi realizzati da medici poco esperti, in ospedali remoti o isolati. "Il paradigma della consultazione telefonica è fai del tuo meglio e mandami il paziente quando è stabile", spiega infatti il medico, che poi spiega: "mentre il paradigma della tecnologia VIPAAR è portami dal paziente. Metto la mia esperienza e la mia abilità al medico che c'è in prima linea. Credo che possiamo realizzare tale concetto con queste tecnologie".

"Oggi non possiamo immaginare uno smartphone che non possa scattare fotografie o registrare video", ha commentato Drew Deaton (AD, VIPAAR). "Tra cinque anni, non posso immaginare nessuno che risolva un problema visivo senza avere accesso all'aiuto di un esperto in diretta, che possa aiutare come se fosse lì". E non si parla solo di chirurgia - anzi questo è forse l'aspetto più estremo: la combinazione di tecnologia indossabile e collaborazione online infatti potrebbe tornare utile al meccanico che ci ripara l'auto, all'idraulico, all'insegnante di lingue e in tanti altri casi.