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a cura di Alessandro Crea

Dodici ore di blackout, dodici ore in cui milioni di utenti in tutto il mondo non sono riusciti ad utilizzare né Google Home né ChromeCast nel silenzio di Google, che in molti hanno trovato colpevole, arrabbiandosi e protestando sui social. È quanto successo ieri sia ai possessori dello smart speaker che, interrogato, rispondeva "c'è un problema, riprova più tardi", sia a quelli di ChromeCast, che non riuscivano ad effettuare lo streaming o a connettersi ad altri dispositivi.

I problemi hanno iniziato a manifestarsi già martedì sera per gli utenti della costa ovest degli Stati Uniti, ma inizialmente Google ha risposto ai messaggi di protesta su Twitter dicendo che i dispositivi potevano semplicemente essere stati settati male.

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Ma man mano che le ore passavano i report hanno iniziato ad arrivare da tutte le parti del mondo, Europa, Sud America, Oceania e India. Si è dovuti arrivare però al pomeriggio del mercoledì, 12 ore dopo l'inizio del disservizio, prima che Google postasse su Twitter di aver individuato il problema e provveduto a rilasciare un aggiornamento gratuito per ChromeCast e Google Home, che avrebbe raggiunto tutti i dispositivi nel giro delle successive 6 ore.

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Insomma quasi 18 ore di disservizio, ragionando sui tempi globali. Una situazione non esattamente gradevole, aggravata ulteriormente dal silenzio dell'azienda che non ha fornito alcuna spiegazione dell'accaduto, limitandosi a chiedere scusa agli utenti per l'inconveniente e distribuire il fix. Un atteggiamento che gli utenti non hanno gradito, quasi più del lungo blackout in sé.


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Al momento l'unico smart speaker disponibile in Italia è Google Home, su Unieuro si trova a 149 euro.