Google lavora al suo Music Store: mirino su iTunes

Google sogna un Music Store come quelli Amazon e Apple. Il lavoro di sviluppo prosegue ma gli accordi con le major discografiche sembrano ancora lontani. Si parla comunque di vendita online e servizi cloud: ormai non c'è più nulla da inventare, bisogna solo sbarcare sul mercato al più presto.

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a cura di Dario D'Elia

Google sta sviluppando un suo negozio online musicale per competere finalmente ad armi pari contro Apple e Amazon. Secondo il Wall Street Journal però al momento non sarebbero stati ancora siglati gli accordi licenziatari con le etichette leader del settore. Insomma, Google potrebbe decidere di anticipare i tempi e sbarcare sul mercato con pochi titoli. L'unica (piccola) major vicina a una partnership pare essere EMI Group, editore di artisti come Katy Perry, Gorillaz e Pink Floyd. Le trattative con Universal Music Group, Sony Music e Warner Music Group proseguono.

Google Music

Secondo gli esperti il colosso di Mountain View potrebbe puntare sia sulle classiche vendite online che sui servizi cloud, quindi di archiviazione remota con streaming multi-piattaforma. Come sempre è evidente che un mancato accordo totale con le major obbligherà ad accontentarsi delle funzionalità offerte da Amazon Cloud Player: in pratica agli utenti verrà richiesto di uplodare ogni singolo file nella cloud. Il servizio iTunes Match invece sostituisce la musica degli utenti con una versione AAC DRM-free a 256kbps laddove sia possibile abbinarla agli oltre 18 milioni di brani nell'iTunes Store.

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Il problema di fondo è che da più di un anno Google prosegue un braccio di ferro con le major discografiche. Jamie Rosenberg, direttore dei contenuti digitali dell'unità Android software, che si occupa anche delle iniziative musicali, parla esplicitamente di "termini che sono sembrati irragionevoli e insostenibili". Google Music Beta non a caso appare ancora poco invitante: contiene musica gratuita, funziona come un archivio digitale per la propria musica, e poco più.

Un'altra difficoltà per Google è che le venga contestata l'inerzia nella lotta alla pirateria. Le etichette probabilmente stanno approfittando di queste trattative anche per tirare in ballo il comportamento del motore di ricerca di Google. Difficile però che si possa barattare accordi licenziatari con la censura di risultati online a forte connotazione pirata.