Google Media Center, come CuboVision o meglio?

Google sta lavorando a un media center wireless che consentirà a casa di riprodurre musica e video in streaming. Assomiglia al vecchio Project Tungsten presentato lo scorso anno all'I/O Developer Conference.

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a cura di Dario D'Elia

Google sta sviluppando un media center wireless che consentirà di riprodurre musica e forse film in streaming all'interno delle mura domestiche. Il Wall Street Journal oggi ha aperto con questa notizia che per alcuni potrebbe essere considerata una bomba e per altri la semplice realizzazione del Project Tungsten svelato l'anno scorso durante la I/O Developer Conference.

In pratica Google, approfittando della presentazione delle iniziative Android@home, tempo fa ha mostrato un paio di dispositivi (home hub) basati su piattaforma Android capaci di accedere a una sorta di Google Music e diffondere l'audio in streaming. Tutte queste idee facevano parte di Project Tungsten. Durante la kermesse i tecnici di Google avevano usato un tablet, con un software in Beta, collegato agli hub musicali - a loro volta connessi direttamente ad altoparlanti o un impianto hi-fi.

Project Tungsten

L'idea di fondo è che gli home hub dovrebbero stare sempre attivi e tramite la connessione Wi-Fi alla propria rete domestica godere di un accesso continuo alla piattaforma cloud musicale per fornire lo streaming. Da allora è passato del tempo ed è probabile che dalla condizione di prototipi si sia passati a veri e propri prodotti. Nel filmato al minuto 46:45 parte la dimostrazione delle unità audio.

Nulla di rivoluzionario insomma, se non fosse che durante la dimostrazione hanno svelato anche un "esperimento concettuale" davvero interessante. Ovvero quello di un ipotetico hub musicale che si attiva ogniqualvolta viene sfiorato da una custodia CD. In pratica avvicinandogli un CD dei Run DMC accede alla cartella correlata su cloud, dopodichè con il successivo tocco della custodia parte la riproduzione audio.

L'idea sembra vincente poiché di fatto replica il modello di Google Music, che archivia su cloud ogni collezione musicale personale. Resta da risolvere il problema dell'interazione tra custodia e hub. Fondamentalmente oggi potrebbero esserci due possibilità. Una è quella di gestire tutto con un sistema di etichette RFID, l'altra potrebbe essere quella di auto-stamparsi codici a barre personali che il dispositivo ottico dell'hub potrebbe riconoscere senza difficoltà.

CuboVision

Il quotidiano newyorchese sostiene che Google abbia già avviato una serie di test su hub multimediali capaci di gestire ogni tipo di contenuto, quindi non solo audio ma anche video. Non si esclude neanche il supporto di altri dispositivi, come ad esempio tablet e smartphone. Lo sbarco sul mercato potrebbe avvenire entro la fine dell'anno. Sarà meglio di CuboVision