Google nel ciclone per la gestione della privacy

Google è pronta a versare 8,5 milioni di dollari per mettere fine al processo che la vede indagata. Il tema è la gestione della privacy, e in questo caso si parla di Google Buzz. Forse però è solo la punta dell'iceberg.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Google ha deciso di pagare 8,5 milioni di dollari per mettere fine alla class action che vede l'azienda come indagata per violazione della privacy. Il processo è una conseguenza di Google Buzz: come ricorderete questo strumento sociale, incluso in Gmail, aveva alcuni seri problemi iniziali, e Google dovette correre ai ripari molto in fretta (Google ha sbagliato con la privacy di Buzz).

Immagine del video pubblicato da Consumer Watchdog.

L'intervento di Google, per quanto repentino, non servì a evitare che si chiamassero gli avvocati, e altre indagini sono state avviate in tutto il mondo. Oggi Google decide di scendere a patti: il denaro versato dall'azienda andrà a finanziare associazioni che si occupano di proteggere la privacy online, e di educare gli utenti a gestirla. Il testo (in inglese) è disponibile in formato pdf.

Da mesi Google sta palesemente lavorando per competere con Facebook, e spingere gli utenti a restare sui propri siti e servizi per interagire con parenti, colleghi e amici. La posta in gioco sono miliardi di dollari in proventi pubblicitari. La gestione della privacy è però una questione delicata, e tutti gli attori in gioco devono affrontarla con la massima serietà.   

Immagine del video pubblicato da Consumer Watchdog.

Tanto Facebook quanto Google (ma l'elenco di aziende è molto lungo) hanno quindi rivisto più e più volte il proprio approccio a questo argomento. L'ultima mossa in ordine di tempo è stata fatta a Mountain View: Google ha deciso di rendere più trasparenti le proprie politiche sulla privacy, pur senza modificarne la sostanza.

"Abbiamo semplificato il documento sulla privacy per renderlo più comprensibile a tutti e rivisto le parti scritte in un complesso linguaggio legale", si legge sul blog ufficiale dell'azienda. Google ha inoltre creato una nuova pagina dedicata agli strumenti per la riservatezza, dalla quale l'utente può gestire le proprie impostazioni personali nel migliore dei modi, e senza fatica.

Per quanto si tratti di sforzi notevoli, per alcuni la gestione della riservatezza online è ancora un problema insormontabile. Consumer Watchdog, una potente associazione di consumatori, crede che il Congresso degli Stati Uniti (equivalente grossomodo al nostro parlamento) debba intervenire per regolare le azioni di Google. E per convincere pubblico e deputati ha creato un video piuttosto angosciante, nel quale Eric Schmidt (AD Google ) attira i bambini con gelato gratis, e in cambio sottrae loro informazioni personali di ogni tipo.

Times Square, New York - Clicca per ingrandire.

Il video è comparso online venerdì, e ha già totalizzato circa 140.000 visualizzazioni solo su YouTube (non manca il senso dell'ironia). Come se non bastasse, un frammento dello stesso è trasmesso su uno schermo gigante nella famosissima Times Square di New York.