Google News non fa preferenze, ecco il problema

Google risponde alla FIEG. Ecco la nostra posizione.

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a cura di Roberto Buonanno

CEO

L'attacco a Google da parte della Federazione Italiana Editori di Giornali ha suscitato un polverone. Google ha risposto, a mezzo blog, con un comunicato che riportiamo qui sotto. Per la massima chiarezza con i nostri lettori, ci teniamo a dire che noi stiamo con Google.

Tom's Hardware sostiene la libertà e la democrazia sul Web. Come spiega Google - e come abbiamo verificato con le nostre esperienze personali - il meccanismo di funzionamento di Google News è semplice, neutro e anche redditizio. Dà spazio a chiunque, anche agli editori indipendenti come noi, e anche a siti neonati che non avrebbero altro modo di farsi conoscere se non spendere capitali ingenti in comunicazione.

Come dimostra la schermata qui sotto, fotografata ieri verso mezzogiorno, Tom's Hardware era in prima pagina, prima di note testate di caratura nazionale e delle più note agenzie stampa.

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Questa immagine dimostra due nostre teorie.

Primo: Google News è democratico, infatti mette chiunque faccia un buon lavoro alla pari con le più potenti testate giornalistiche.

Secondo: Google mette in prima pagina una notizia decisamente controproducente e dannosa per la sua stessa immagine. È la notizia del momento, e quindi va in prima pagina, punto.

Al centro della contesa in realtà ci sono pubblicità e forse proprio il timore di certi big dell'informazione di essere buttati nella mischia con realtà crescenti e dinamiche come la nostra e molti altri siti Internet di grande spessore.

Forse è questo il punto principale: il web ha spiazzato tutti e in molti sono rimasti indietro. Il progresso, però, non si può fermare.

Noi stiamo con Google, che finora, se veramente è monopolista, sta regnando in maniera illuminata. Dovrebbe essere presa come esempio, non combattuta a forza di carte bollate.

Ecco il comunicato stampa di risposta di Google sulla vicenda:

"È possibile che abbiate letto oggi sulla stampa italiana che l'Antitrust ci ha notificato un'indagine in relazione a Google News come conseguenza di una segnalazione della FIEG (Federazione Italiana Editori di Giornali). In questo momento stiamo rivedendo la notifica in dettaglio, ma nel frattempo abbiamo pensato che fosse utile fare chiarezza sul meccanismo con cui gli editori possono controllare i loro contenuti sul web.

Primo, l'obiettivo di Google News è sempre stato quello di mettere a disposizione prospettive diverse su una notizia e di portare i lettori di tutto il mondo sui siti degli editori. Noi non visualizziamo le notizie nella loro completezza, piuttosto il nostro approccio è simile a quello che adottiamo per la ricerca su web: mostriamo semplicemente il titolo della notizia, una o due righe di testo e poi il link al sito dell'editore. Insomma, giusto le informazioni utili perché il lettore sia invogliato a leggere l'intero articolo. Una volta che l'utente fa click sul link e viene reindirizzato all'articolo, sta all'editore decidere come trarre profitto dal contenuto. Il giornale può scegliere se far pagare il lettore per accedere all'intero articolo oppure può ospitare pubblicità sul proprio sito.

Chi fornisce notizie, analogamente a qualsiasi altro editore online, ha il pieno controllo sul fatto di rendere visibili i propri contenuti attraverso i servizi di Google. Quindi, se un editore non vuole essere trovato su Google.com o su Google.it o su un altro motore di ricerca, può evitare l'indicizzazione automatica utilizzando uno standard universalmente accettato, chiamato robot.txt. Gli editori hanno anche una serie di altre modalità per controllare come i loro contenuti appaiono (o non appaiono). Una di queste opzioni è per esempio quella di continuare a comparire nei risultati di ricerca di Google senza comparire su Google News. In questo caso, tutto quello che deve fare è contattarci e richiedere la rimozione dal servizio. In effetti, abbiamo incontrato diversi editori italiani e rappresentanti della FIEG proprio quest'estate per spiegare loro queste opzioni.

Noi rispettiamo i desideri dei proprietari del contenuto, ed è per questo che abbiamo fatto in modo che non far parte dei nostri servizi sia semplice. Tuttavia, quando si tratta di Google News, riceviamo di gran lunga più richieste di essere inclusi nel servizio di quante ne riceviamo per la rimozione. Questo è perché gli editori capiscono che il traffico generato da Google News, e da servizi ad esso analoghi, è un traffico di valore: Google News porta oltre 1 miliardo di click al mese agli editori di notizie, molti dei quali traggono profitti da questo traffico grazie alla pubblicità presente sui loro siti".