Google paga le licenze per i video sugli smartphone

Google ha trovato un accordo con l'associazione MPEG LA. L'azienda di Moutain View pagherà le licenze per alcune tecnologie proprietarie presenti nel codec VP8. Da ora potrà quindi promuovere con serenità il formato WebM.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Google ha finalmente trovato un accordo con MPEG LA per le licenze di WebM, il formato video che vuole competere con H.264. Si avvia così alla conclusione la diatriba iniziata circa tre anni fa, quando Google mise in campo questo codec come alternativa "libera e gratuita".

Tutto cominciò nel 2010, quando Google comprò l'azienda On2 per 106 milioni di dollari, e con essa la tecnologia e i brevetti per la compressione video. Poco dopo l'azienda californiana presentò il formato WebM, che usa appunto il codec VP8 e l'audio Vorbis. Nel gennaio successivo, poi, il colosso della ricerca aggiornò Chrome rimuovendo la compatibilità con H.264 in favore di WebM (formato contenitore che usa il codec VP8). Nell'aprile successivo WebM diventò il formato di riferimento per YouTube.  Sembrava che nulla potesse fermare l'avanzata di questo nuovo formato, ma l'associazione MPEG LA, che controlla il codec H.264, aveva qualcosa da dire in proposito.

L'associazione fece infatti notare che WebM contiene in effetti elementi protetti da licenze di MPEG LA. Determinato a far valere i propri interessi e quelli dei suoi associati (Apple, Microsoft e altri), il gruppo avviò lo scorso febbraio un'azione volta a ostacolare la diffusione del formato promosso da Google.

La campagna "anti Google" sollevò anche l'interesse delle autorità antitrust, perché si sospettava che ci fosse un deliberato ostracismo verso un formato gratuito che metteva a rischio un giro d'affari sostanzioso. Con la firma dell'accordo tuttavia Google ha implicitamente ammesso che la questione delle licenze fosse fondata.

L'accordo raggiunto (PDF) prevede che Google paghi il dovuto, e in cambio potrà non solo usare i brevetti (che appartengono a 11 aziende diverse), ma anche concederne a sua volta la licenza. Potrà quindi decidere se continuare a concedere WebM gratuitamente, cosa che probabilmente farà. L'accordo vale per l'attuale codec VP8 e anche per le versioni future.

A partire da oggi, quindi, VP8 può considerarsi una solida alternativa al codec H.264, e un'opzione invitante per browser come Firefox. Mozilla infatti ha sempre avuto una certa resistenza all'idea di usare un codec proprietario e a pagamento, ma la fondazione alla fine ha dovuto arrendersi all'evidenza: H.264 è troppo diffuso – anche e soprattutto per via delle sua qualità – per trascurarlo, soprattutto per quanto riguarda il mondo degli smartphone e dei tablet.  Questa situazione ora potrebbe cambiare, e non resta che attendere per vedere come si evolverà.