Google rettifica tutto, Apple e Facebook sono da ammirare

Il co-fondatore di Google Sergey Brin ha ritrattato le sue dichiarazioni riguardanti Apple e Facebook: sono da ammirare. Elogia i prodotti di Apple e definisce Facebook uno strumento fondamentale di espressione politica.

Avatar di Elena Re Garbagnati

a cura di Elena Re Garbagnati

Sergey Brin rettifica tutto quello che ha detto sulla libertà di Internet e le accuse di censura rivolte contro Facebook e Apple: "i miei pensieri sono stati distorti" ha scritto su Google+ in risposta alle critiche ricevute dopo la sua intervista con il Guardian. Brin, che in passato ha parlato poco con la stampa e forse non è abituato a misurare le parole, ha riconfermato solo quanto era stato riportato riguardo alle sue preoccupazioni per la censura dei governi e in particolare dei regimi autoritari.

Giano bifronte o Sergey Brin-Brin?

"Oggi la principale minaccia alla libertà di Internet è il filtraggio dei governi nei confronti dei dissidenti politici. Questa azione è molto più efficace di quanto avessi immaginato possibile, in un elevato numero di nazioni", scrive Brin. Il giovane manager poi ribadisce la sua posizione contraria alla lotta delle major contro la pirateria e ai tentativi di censura dei contenuti pirata con proposte di legge come la SOPA: "altri Paesi come gli Stati Uniti si sono avvicinati all'adozione di tecniche molto simili per combattere la pirateria e altri vizi. Io credo che questi sforzi siano sbagliati e pericolosi".

Fin qui nulla da eccepire: questa parte dell'intervista di Brin era stata applaudita da più parti e non aveva sollevato critiche. Il voltafaccia di Brin riguarda, casualmente, solo quanto detto sui "giardini recintati restrittivi come Facebook e Apple", che applicano una forma di censura. Nella sua nuova interpretazione Apple e Facebook "hanno dato un contribuito chiave" alla libertà web.

Altro che censura, Facebook è simbolo di pace

Le preoccupazioni riguardanti i limiti che impongono su software, dati e servizi sono un'altra parrocchia. Il miliardario 37enne ha infatti messo per iscritto che "il tema degli ecosistemi digitali chiusi ha portato all'incomprensione delle mie opinioni. Per chiarire, io non credo che questo problema sia da mettere sullo stesso piano della censura fatta dai governi". 

Il seguito è poi una sviolinata esagerata verso i concorrenti: "Ammiro molto Apple e Facebook. Ho sempre ammirato i prodotti Apple. Sto scrivendo questo post dal mio iMac con la tastiera Apple a cui sono affezionato da sette anni. Facebook ha contribuito a mettere in contatto centinaia di milioni di persone e lo reputo uno strumento fondamentale di espressione politica, determinante per la primavera araba. Entrambi hanno dato un contributo chiave al libero flusso di informazioni in tutto il mondo".

Insomma, qualche critica è bastata per spazzare via in un attimo i dissapori fra Google e Apple causati dalla "guerra termonucleare" di Jobs contro Android, e i contrasti con Facebook dettati dal blocco di un plugin di Chrome che consentiva di trasferire la lista dei contatti di Facebook su Google+. Brin sarà senza dubbio un genio informatico, ma quanto a relazioni pubbliche sembra avere ancora molto da imparare.