Google risponde all'UE sulle accuse di abuso di posizione dominante

Secondo Google le accuse antitrust della Commissione Europea sono sbagliate nei fatti, nel diritto e anche sul fronte economico.

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a cura di Manolo De Agostini

Google ha risposto alle accuse formali della Commissione Europea, che lo scorso aprile ha imputato all'azienda statunitense l'abuso di posizione dominante nel settore della ricerca online. "Crediamo che tali asserzioni non siano corrette", scrive Kent Walker, SVP & General Counsel di Google, sottolineando che il colosso statunitense "incrementa la scelta per i consumatori europei e offre preziose opportunità alle aziende di tutte le dimensioni".

La Commissione Europea ritiene che gli annunci a pagamento allontanino traffico dai siti di shopping di terzi, recando un danno alla competizione. In questo modo Google favorirebbe i propri servizi (Google Shopping), penalizzando altri commercianti. Secondo l'azienda di Mountain View però la Commissione non tiene conto dei "notevoli vantaggi per i consumatori e gli inserzionisti, e non fornisce una teoria giuridica chiara per collegare le sue affermazioni alla soluzione proposta".

google vs ue

Nella sua risposta Google afferma di aver usato dati oggettivi come l'analisi del traffico. "Dati economici che coprono più di un decennio, una serie di documenti e dichiarazioni" che dimostrerebbero come la ricerca sia un prodotto che funziona. "E dimostriamo perché non sia corretto non tenere in considerazione l'impatto dei principali servizi commerciali come Amazon e eBay, che sono i più grandi player del settore", aggiunge Walker.

"Google ha consegnato più di 20 miliardi di click gratuiti agli aggregatori negli ultimi dieci anni nei paesi coperti europei, con traffico gratuito in aumento del 227% (e l'aumento del traffico totale è persino maggiore)".

L'azienda fa inoltre notare come le modalità con cui la gente fa ricerche, confronta e acquista prodotti siano in rapida evoluzione. "Gli utenti su desktop e dispositivi mobili spesso vogliono andare direttamente verso i commercianti di fiducia che hanno una presenza online. Questi sviluppi riflettono un settore dinamico e competitivo, dove le aziende continuano a evolvere i propri modelli di business e i mercati online e offline stanno convergendo".

"Il nostro impegno costante è per la qualità, ossia la pertinenza e l'utilità dei risultati di ricerca e gli annunci che mostriamo. Nel fornire risultati alle persone interessate allo shopping, sapevamo che avevamo bisogno di andare oltre il vecchio modello "10 link blu" per tenere il passo con i nostri concorrenti e servire meglio i nostri utenti e inserzionisti. Abbiamo sviluppato nuovi modi di organizzare e catalogare informazioni sui prodotti per presentarle agli utenti in formati utili alla ricerca e gli annunci. Nel 2012 oltre ai nostri annunci tradizionali abbiamo introdotto la Google Shopping Unit come un nuovo formato di annunci".

"Non pensiamo che questo formato sia anticoncorrenziale. Al contrario, la visualizzazione degli annunci sulla base di dati strutturati forniti dai commercianti migliora in modo verificabile la qualità degli annunci e rende più facile per i consumatori trovare ciò che stanno cercando". Google rigetta anche i possibili rimedi proposti dalla Commissione perché pregiudicherebbero la qualità e la pertinenza dei risultati.

"È nel nostro interesse fornire risultati di alta qualità e annunci che colleghino le persone a ciò che stanno cercando. Più rilevanti sono gli annunci, maggiore è il valore generato per tutti", aggiunge Walker. Google crede che le conclusioni preliminari siano "sbagliate, come un dato di fatto, diritto ed economia". "Ci auguriamo di poter discutere la nostra risposta e gli elementi di prova con la Commissione nell'interesse di promuovere la scelta dell'utente e la libera concorrenza", conclude l'avvocato.