Google si appella, vuole far annullare la maxi-multa UE

Google ha depositato l'appello contro la multa antitrust da 2,4 miliardi di euro comminata dalla Commissione UE.

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a cura di Manolo De Agostini

Google si è appellata contro la multa antitrust da 2,4 miliardi di euro inflitta dalla Commissione UE lo scorso giugno. Il colosso statunitense, secondo l'UE, ha abusato della sua posizione dominante nel mercato dei motori di ricerca avvantaggiando Google Shopping, il suo servizio di vendita prodotti che compara i listini.

Secondo la Commissaria alla competizione Margrethe Vestager, la casa di Mountain View ha promosso i suoi servizi comparativi nei risultati delle ricerche offuscando la visibilità dei concorrenti, danneggiando imprese e consumatori, che non hanno potuto esprimere il proprio diritto di scelta. Dovrebbero passare diversi anni prima che il Tribunale generale dell'Unione si pronunci sull'appello.

google ue

Secondo una portavoce UE, Google non ha chiesto un provvedimento provvisorio di sospensione della decisione antitrust, la quale ha richiesto di interrompere la pratica illecita entro il 28 settembre. Attualmente la Commissione sta rivedendo la proposta di Google su come ottemperare alla decisione dell'UE.

Secondo FairSearch, gruppo lobbista formato dai concorrenti di Google tra cui il sito britannico Foundem e TripAdvisor, la decisione dell'UE di multare Google ha solide basi sia legali che fattuali. "Ci aspettiamo che la Commissione vincerà l'appello", ha affermato Thomas Vinje, avvocato di FairSearch.

google antitrust ue

Nelle stesse ore un altro colosso dell'hi-tech USA, Facebook, ha ricevuto una multa da 1,2 milioni di euro in Spagna per aver collezionato informazioni personali sugli utenti per usarle a scopi pubblicitari. Il Garante per la protezione dei dati personali spagnolo (AEPD) ha spiegato che la multa è scaturita da un'indagine simile condotta anche in Belgio, Francia, Germania e Olanda.

AEPD dice di aver riscontrato almeno tre casi nei quali Facebook ha collezionato i dettagli come sesso, credo religioso, gusti personali e cronologia di navigazione di milioni di utenti spagnoli senza informarli su come le informazioni sarebbero state usate e ottenere il necessario consenso. "Le regole della privacy di Facebook contengono termici generici e non chiari", ha dichiarato l'authority.

Facebook, tramite i cookie, avrebbe raccolto dati da persone che non avevano un account sul social, ma che avevano navigato su altre pagine con il tasto "Mi Piace". L'azienda guidata da Mark Zuckerberg, inoltre, avrebbe mantenuto le informazioni sugli utenti per più di 17 mesi dopo la chiusura dei rispettivi account.


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