Governo: felici se Telecom Italia investe ma prima le regole

Il Ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda si è detto felice per gli investimenti di Telecom a patto che vengano rispettate le regole e gli accordi sul progetto nazionale ultra-broadband.

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a cura di Dario D'Elia

"Siamo molto felici se Telecom investe al posto del Pubblico, perché questo vuol dire che non ci mettiamo dei soldi", ha dichiarato ieri il Ministro per lo Sviluppo Economico Carlo Calenda durante il suo intervento su Radio 24."Quello però che non si può fare è cambiare le regole in corsa, perché questa è una cosa che un paese serio non fa".

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Il riferimento è al braccio di ferro tra Governo e Telecom Italia sulle aree a fallimento di mercato, oggetto dei bandi Infratel per lo sviluppo delle reti ultra-broadband. "Quando il Governo ha fatto partire il progetto, la prima cosa che ha fatto è stata quella di aprire una consultazione con gli operatori per chiedere se avessero intenzione di investire nelle aree bianche, a fallimento di mercato, come prevedono le norme europee", ha spiegato Calenda.

"Se gli operatori avessero detto che avevano intenzione di investire in quelle aree noi non avremmo potuto fare quello che abbiamo fatto, ciò costruire una rete pubblica poiché non c'è una rete privata ultralarga".

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In sintesi la dichiarazione di non-investimento, secondo il Ministro, è "legalmente vincolante, perché tutto il dimensionamento del piano e anche la concessione che viene data si basa su un equilibrio economico".

In effetti la cronaca racconta che Telecom partecipa al primo bando, perde, si pre-qualifica al secondo, dopodiché comunica di aver cambiato idea notificando che investirà sul 10% di queste ultime aree. Praticamente circa 370 comuni sui complessivi 3.710 di Piemonte, Valle D'Aosta, Liguria, Friuli Venezia Giulia, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Basilicata, Sicilia e Provincia di Trento.

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"Se il 10% sono le aree più remunerative, quindi meno bianche, i conti non tornano. Io dico che siamo felici se Telecom investe, tant'è che per il terzo bando ho detto di rifare la consultazione", ha sottolineato il Ministro. "Quindi richiamerò Telecom, rivedremo com'è stato il processo. Se ha il diritto di investire ben venga, se invece c'è un equilibrio della concessione che viene messo in difficoltà rispetto a un impegno legale preso da Telecom sono sicuro che lo riconosceranno".

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Il sottosegretario al Mise con delega alle Comunicazioni Antonello Giacomelli, sempre ieri mattina, durante il question time della 9° commissione alla Camera ha ribadito lo stesso concetto. "Il governo nell'ambito delle procedure già in corso accoglie con favore la volontà di investire degli operatori. È del tutto evidente che chi ha partecipato al bando ha diritto a tutelare i propri interessi e lo Stato farà di conseguenza lo stesso".

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In sintesi, la querelle sarà affrontata politicamente con un prossimo incontro tra le parti. "Telecom è pronta, e volentieri a un confronto col ministro Calenda", ha dichiarato ieri l'AD Flavio Cattaneo.


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