Governo, no alla rete in fibra senza Telecom

Telecom Italia non sembra preoccupata dal progetto banda larga di Fastweb, Wind e Vodafone, perchè di fatto il Governo la protegge. Paolo Romani è stato chiaro al riguardo.

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a cura di Dario D'Elia

Telecom Italia esulta per il progetto banda larga di Fastweb, Wind e Vodafone. La reazione della telco è quasi incomprensibile, eppure l'AD Franco Bernabé è stato cristallino al riguardo: "Siamo felicissimi, ben venga la concorrenza". È evidente che c'è qualcosa sotto, il ragno sta tessendo la tela e il Governo aiuta - ma voglio svelarvelo  solo alla fine. Andiamo con ordine.

Non si può escludere Telecom dai giochi

Le noccioline che Telecom ha deciso di investire nei prossimi tre anni sulla rete nazionale (Telecom investe in fibra, un ghiacciolo nel vulcano
) non possono certamente giustificare questa sfacciataggine. I proclami parlano di 7 miliardi di euro; in verità a rame e fibra saranno destinati 2,65 miliardi. Insomma poco di più rispetto al triennio precedente, e valutando la situazione attuale praticamente insufficienti per qualsiasi rivoluzione digitale.

Forse sono proprio le parole del Garante per le comunicazioni (Agcom) Corrado Calabrò a svelare il sentiero. "È un abbozzo di progetto, una cosa preliminare, ma spero che ci sia collaborazione e non contrapposizione tra tutte le parti interessate", ha dichiarato il presidente riferendosi all'iniziativa dei provider in missione da Letta (Vodafone, Fastweb e Wind unite dal progetto fibra). Come a dire che l'ex-monopolista potrebbe rientrare dalla finestra.

Telecom "sta promuovendo accordi territoriali con gli enti locali finalizzati a velocizzare lo sviluppo delle nuove reti nel pieno rispetto del quadro regolatorio e prevedendo il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati", ha dichiarato Bernabè, durante l'incontro con il Commissario Ue per l'Agenda Digitale Neelie Kroes. "Lo sviluppo delle nuove infrastrutture sull'intero territorio nazionale non può prescindere da forme di condivisione degli investimenti con altri soggetti pubblici e privati, nel rispetto degli orientamenti europei e nazionali in materia di antitrust e aiuti di stato".

Già, perché pare che la sperimentazione a Milano e Roma stia andando bene: collegate infatti circa 240mila unità immobiliari con la fibra ottica. Insomma, si può partire con il cablaggio delle altre 13 città italiane più importanti; un progetto che dovrebbe completarsi entro i prossimi due anni.

In pratica Telecom e Fastweb, l'anima del progetto NGN alternativo, sembrerebbero partire alla pari - quindi con Milano e Roma in tasca. L'Italia è a un bivio: si accenderà realmente la concorrenza?

Bernabè è convinto di sì, a patto che l'Agcom abbia "un ruolo decisivo per garantire lo sviluppo […] in modo da non ostacolare il lancio dei nuovi servizi". Tutto chiaro, insomma. Il colletto del garante ha già l'asola per agevolare la presa.

A conferma di questo il Sole 24 Ore, oggi, ha svelato la posizione del Governo. Il vice ministro allo Sviluppo Paolo Romani sembrerebbe aver dichiarato che un qualsiasi progetto di questo genere non può escludere l'ex-monopolista.

Insomma, le fronde che desiderano concorrenza in questo paese non sono tollerate. Romani non caso ha ricordato l'esigenza di aggiornare la regolamentazione sull'unbundling prima di affrontare ogni altro discorso.

Al centro della questione infatti la presenza della fibra nelle zone attualmente non coperte: il gestore (qualsiasi esso sia) potrebbe essere obbligato a concederle a terzi.

Ecco la tela di Telecom.