Grafene: super per l'elettronica ma dannoso per l'ambiente?

Un gruppo di ricercatori statunitense ha cercato di capire come si comporta il grafene in acqua. I risultati mostrano un'alta mobilità, e questo potrebbe rappresentare un problema per l'ecosistema e l'uomo.

Avatar di Manolo De Agostini

a cura di Manolo De Agostini

Il grafene può rappresentare il futuro dell'elettronica, ma può anche essere pericoloso. Il materiale delle meraviglie, costituito da un singolo strato bidimensionale di atomi di carbonio e caratterizzato da proprietà elettriche, meccaniche, ottiche e termiche senza pari, potrebbe essere dannoso per l'uomo e il pianeta in generale.

Ricercatori dell'Università della California (Riverside Bourns College of Engineering) hanno realizzato uno studio, il primo nel suo genere, in cui si dimostra come il grafene si muove nell'acqua. È stato riscontrato che le nanoparticelle di ossido di grafene sono molto mobili: il rilascio in acqua potrebbe aumentare la probabilità di contaminazione per gli essere viventi, uomo compreso.

Jacob D. Lanphere

"Con l'aumentare della produzione di questi nanomateriali è importante per gli enti regolatori, come l'Environmental Protection Agency, capire il loro potenziale impatto ambientale", ha dichiarato il ricercatore Jacob D. Lanphere, co-autore dello studio.

"La situazione attuale è simile a quella in cui ci trovavamo 30 anni fa con i prodotti chimici e farmaceutici", ha dichiarato Lanphere. "Non sappiamo molto di quello che succede quando questi nanomateriali entrano nel terreno o nell'acqua. Dobbiamo essere proattivi, in modo da avere dati disponibili per promuovere applicazioni sostenibili per queste tecnologie".

Lo studio, intitolato "Stability and Transport of Graphene Oxide Nanoparticles in Groundwater and Surface Water", è stato pubblicato in un numero speciale della rivista specializzata Environmental Engineering Science. Comprendere la stabilità delle nanoparticelle di ossido di grafene, quanto bene leghino tra loro, e il movimento nelle acque sotterranee e di superficie è importante, anche perché ci sono significative differenze.

Ricercatori al lavoro

Nelle acque sotterranee, che solitamente hanno un grado di durezza più elevato e una minore concentrazione di sostanze organiche naturali, le nanoparticelle di ossido di grafene tendono a diventare meno stabili e col tempo si depositano o sono rimosse dall'ambiente del sottosuolo.

Per quanto riguarda le acque di superficie, dove c'è più materiale organico e meno durezza, le nanoparticelle rimangono stabili e si muovono maggiormente, soprattutto negli strati del sottosuolo di laghi o fiumi. I ricercatori hanno anche scoperto che le nanoparticelle di ossido di grafene, pur essendo quasi piatte piuttosto che sferiche come molte altre nanoparticelle create in laboratorio, seguono le stesse teorie di stabilità e trasporto.

Altri studi hanno suggerito che i nanomateriali come il grafene possono farsi strada nel tessuto polmonare e nel flusso sanguigno, dove potrebbero avere un effetto tossico o causare altri danni. Uno studio della Brown University ha dimostrato che "pezzi frastagliati di grafene" possono perforare le cellule umane e farle "deviare" dalle loro normali funzioni. Insomma, bisogna studiarlo a fondo. Il silicio usato attualmente in elettronica, invece, non è tossico.