Greenpeace cyber-spiata dai nuclearisti di EDF

Il colosso dell'energia EDF è stato condannato per spionaggio in Francia per aver spiato i computer di Greenpeace sottraendo dal 2006 ben 1400 documenti. Il malware Trojan utilizzato ha consentito di scoprire tutti i dettagli riguardanti le campagne anti-nucleari del gruppo ambientalista.

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a cura di Dario D'Elia

Greenpeace è stata spiata per anni a livello informatico dal colosso francese dell'energia EDF. La conferma giunge da una recente sentenza del Tribunale di Nanterre che ha portato alla condanna per spionaggio l'azienda, l'ex capo della sicurezza e il suo vice. Nello specifico EDF dovrà pagare una multa di 1,5 milioni di euro, mentre i due dirigenti sono stati condannati rispettivamente a 3 e 30 mesi di reclusione.

In verità Pierre-Paul Franois alla fine si farà 2 anni in gattabuia e il suo collaboratore neanche un giorno, grazie alla sospensione della pena, ma quel che conta è la portata storica del procedimento. Mai una società francese aveva subito una condanna così dura per spionaggio.

Greenpeace

In pratica i computer della filiale francese di Greenpeace, in particolar modo del capo Yannick Jadot, sono stati infettati da un malware trojan che dal 2006 ha consentito di sottrarre dati e informazioni di ogni genere. Si parla di ben 1400 documenti riguardanti le campagne anti-nucleari di Greenpeace.

Da rilevare che sono stati condannati anche i vertici della società che ha curato la consulenza spionistica di EDF, ovvero Kargus Consultants: l'AD è stato condannato a 3 anni (di cui 2 sospesi) e il responsabile tecnico a due anni (tutti sospesi). La società non è nuova a queste operazioni, tanto più che recentemente ha ricevuto una condanna analoga per essersi intrufolata nei PC del laboratorio anti-doping che si è occupata del caso Floyd Landis – il ciclista.