Guida Galattica per autostoppisti (2005)

Il cinema di fantascienza ha sfruttato spesso il concetto di Intelligenza Artificiale, generalmente rappresentandola in un modo antropomorfizzato. Una scelta che spesso si è rivelata spettacolare ma che ha anche creato nel pubblico un'idea distorta. Vediamo come il cinema ha trattato questo tema.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

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Questo film del 2005 riprende il primo libro dell'amata serie firmata da Douglas Adams. E ci sono diverse AI che compaiono in esso: quella del robot Marvin, quella che controlla l'astronave Cuore d'Oro e che risponde al nome di Eddie, Pensiero Profondo e ... beh l'ultima non possiamo nominarla senza cadere nello spoiler. Ciò che preme qui è sottolineare come queste AI non siano sempre asservite alle persone o altre forme di intelligenza naturale; a volte sono autonome, a volte obbediscono controvoglia, spesso hanno emozioni proprie, e a volte esistono per raggiungere un solo, difficilissimo obiettivo.

Cosa è credibile: potrebbe esserci una fase in cui coesistono diverse AI che non hanno ancora raggiunto il livello di ASI, ognuna delle quali ha caratteristiche proprie e un proprio scopo. La durata di questo periodo dipende dal tempo necessario per innescare l'esplosione di intelligenza. È credibile anche che siano Intelligenze Artificiali, un giorno, a governare le astronavi.

Cosa non è credibile: alcune delle AI rappresentante nel film sembrano davvero troppo avanzate per non aver compiuto il passo ad ASI. Se accettiamo l'ipotesi che la prima ASI ad esistere deve essere anche l'unica, allora la Guida Galattica risulta un po' troppo affollata. Ma naturalmente ci piace così com'è, e non la cambieremmo per nulla al mondo. 

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